Lavoro e silenzio Così si è rialzato
Lo scorso anno si allenava male, ora ha più equilibrio
Non basta una partita per brindare al miracolo. Bastano però gli atteggiamenti per socchiudere una porticina che sembrava irrimediabilmente chiusa. Maicon è ancora un calciatore e, nelle giornate buone, sa essere l’uomo che sposta gli equilibri, le gerarchie, le speranze. Ne ha fatto le spese l’Udinese, se ne è accorto Colantuono che ha allargato le braccia: «Non sapevo se avrebbe giocato. Ma lo temevo. E avevo ragione».
SOFFITTA. Sembrano finiti - o almeno sospesi - i lunghi periodi di assenza dovuti ai problemi al ginocchio, le chiacchiere su una «vita segreta» in qualche modo assecondati da Walter Sabatini in una conferenza stampa, le burrascose pause di rendimento che si alternavano agli allenamenti. Tutt’altra storia. La terza versione è stata fino a questo momento esemplare, addirittura meglio di quanto si sia visto in partita. Durante il precampionato, Maicon si è allenato con cura maniacale. Puntualissimo al raduno, concentratissimo già dal primo giorno nel ritiro di Pinzolo. E anche dopo, superato un piccolo acciacco che ne ha frenato la condizione atletica, ha lavorato con ferocia per mettersi alla pari dei compagni, aspettando una chiamata di Garcia. I risultati si sono visti mercoledì, con la doppietta assist-gol che gli mancava dall’aprile 2011: allora giocava nell’Inter e veniva dal Triplete.
SFIDA. Stavolta invece gioca nella Roma e affronta la sua Inter: «Sono rimasto molto legato alla squadra, anche se la società è cambiata. Ma se l’allenatore vuole, sono a disposizione per giocare ancora». Ci spera, perché la sua classe rabbiosa merita di essere considerata. Ma sa che non sarà così semplice la sua conferma a San Siro. Garcia lo ha utilizzato tre volte in questo campionato. E sempre in casa, dove la Roma è abituata a giocare più nella metà campo avversaria che nella propria.
LA SITUAZIONE. Ma se pure dovesse tornare in panchina, non farebbe storie. Maicon non ha creato il minimo problema quest’anno. E’ il primo a sapere di non essere nelle condizioni (fisico logorato) per giocare tutte le partite. E in questo modo ha recuperato la stima dello spogliatoio. Non solo del giovane collega Nura, promettente terzino della Primavera, che pochi giorni fa ha pubblicato una foto con lui, «il mio idolo». Ma
Il brasiliano si è impegnato sin dall’estate per farsi trovare pronto I risultati si vedono Sa di non potere giocare ogni partita e per questo si gestisce d’accordo con Garcia
anche con i senatori, che gli sono stati accanto nel periodo più buio della scorsa stagione, convinti che non fosse perso per sempre.
RETROSCENA. La parola-chiave della rinascita è semplice: gestione. Il dialogo con lo staff tecnico, con i preparatori atletici voluti dal presidente Pallotta, ha reso il percorso di risalita meno accidentato. Lo scorso anno, per via delle incomprensioni con Rongoni, Maicon non è riuscito ad allenarsi come avrebbe desiderato, con i suoi tempi e i suoi modi. E il ginocchio ne ha risentito: la mattina di RomaBayern, in un consulto nell’albergo dei Parioli che ospitava la squadra, disse a Garcia che non si sentiva di giocare. Troppo dolore. E’ stato il primo lungo break della stagione, di poco successivo al rinnovo contrattuale che aveva fatto tanto discutere. Ma il peggio è successo a febbraio, dopo Roma-Fiorentina di Coppa Italia. Lì Maicon si è arreso, la sua stagione non poteva continuare nonostante le sedute con i fattori di crescita effettuate periodicamente a Barcellona.
FUTURO. Ma ora è ripartita la giostra. E anche la mezza idea di un nuovo rinnovo. Al di là della clausola automatica (prolungamento dopo il 70% delle presenze stagionali) il suo entourage vorrebbe segnali dalla società. «C’è una Roma con Maicon e una Roma senza Maicon» ricordava Sabatini. Che però, scottato dal precedente, stavolta aspetta. Non basta una partita per i miracoli e nemmeno per le firme.