«MILAN, ECCOMI PER L’EUROPA»
«Ho sempre fatto fatica a inizio stagione ma ora sono pronto, anche mentalmente: obiettivo la Champions»
Sicuramente il cambio dal Genoa al Milan ha influito. Ma, comunque, anche questo rappresenta un momento della mia crescita. Oltre che con la condizione fisica bisogna fare i conti con quella piscologica».
Ma si può già dire che quello che vedremo d’ora in poi è il vero Bertolacci?
«Penso di sì perché il mio stato di forma è nettamente migliorato».
La fase sperimentale con il 4-3-1-2 è stata penalizzante?
«No, non c’entrava il modulo. Io mi sono sempre saputo adattare a molti ruoli e ad altrettanti schemi».
Dove Bertolacci dà il meglio di sé?
«Mi trovo bene al centro della linea mediana. Quando parto da lì riesco a fornire il massimo rendimento. Ma, lo ripeto, sono in grado di agire come mezz’ala o come ala».
Mihajlovic a lungo impegnato nella ricerca di un trequartista ha pensato anche all’ipotesi Bertolacci...
«Più che chiedermelo espressamente, ha voluto sapere dove mi trovassi meglio, più a mio agio. Gli ho spiegato quindi le mie caratteristiche e le mie attitudini».
Cosa manca adesso a questo Milan dopo 2 vittorie consecutive?
«Proprio la continuità dei risultati. C’è bisogno di fiducia ma solo con i risultati potremo far ricredere tutti sulle potenzialità di questo Milan».
In trasferta il Milan ha vinto una volta sola, a Udine.
«Su questo fronte dobbiamo assolutamente cambiare marcia. Già a partire da domenica contro la Lazio, anche se non è certo l’avversario più facile da affrontare per iniziare a vincere con continuità anche in trasferta».
Finora il campionato del Milan è stato decisamente ricco di contraddizioni. Quale è stato il momento più brutto?
«Sicuramente quando abbiamo perso per 4-0 a San Siro contro il Napoli. Per tutti noi è stato il momento più difficile. In quella partita non abbiamo avuto l’atteggiamento giusto, quando i nostri avversari sono passati in vantaggio non siamo riusciti a reagire».
C’è grande attesa qui al Milan di vedere finalmente attuato il 4-4-2, il modulo che dovrebbe mettere tutti d’accordo.
«Sì, io stesso potrei giocare nel mio ruolo naturale di centrale anche se sarà fondamentale che i nostri attaccanti abbiano il nostro stesso spirito di sacrificio in fase di copertura. Quando giochi con gli esterni offensivi questo particolare fa la differenza».
Dopo due vittorie consecutive che vi hanno procurato un sensibile avanzamento in classifica viene più istintivo pensare che la vetta è a 7 punti oppure che la zona Champions League è a -5?
«Dobbiamo solo pensare partita dopo partita, è giusto guardare avanti a noi, ma adesso dobbiamo solo ottenere più punti possibili (contro Lazio e Atalanta; ndi) prima della sosta».
Comunque anche contro il Chievo il Milan ha regalato il primo tempo agli avversari.
«Sì, ma nell’intervallo negli spogliatoi c’è stata una bella strigliata da parte del nostro allenatore. Cosa non andava? Un po’ tutto: eravamo troppo rinunciatari, non andavamo a pressare il Chievo. Nel secondo tempo l’abbiamo messo più in difficoltà. Alla fine meritavamo di vincere con due-tre gol di scarto».
Bertolacci che obiettivo si è dato per questa sua prima stagione milanista?
«Voglio sentire, finalmente, dal vivo e da protagonista la musichetta della Champions League».
Finora, fin dai tempi di Lecce, Bertolacci ha segnato sempre gol importanti pur non essendo una punta di ruolo. Quanto manca a rompere il ghiaccio in maglia rossonera?
«Sicuramente un po’ di fortuna e poi devo cercare di sfruttare ogni occasione. Il gol è sicuramente uno dei miei principali desideri».
Le dà sempre molto fastidio essere chiamato Mr. 20 milioni?
«Io devo solo pensare ad allenarmi, devo continuare a crescere. L’ultimo anno che ho trascorso a Genova è stato importante (34 presenze, 6 gol; ndi) dove ho conquistato anche la maglia della Nazionale».
A proposito di maglia azzurra, nel Milan anti-Chievo erano presenti in campo ben 9 italiani. Il made in Italy può essere una risorsa di questa squadra?
«Sì, secondo me l’opera di “italianizzazione” è molto importante. È giusto e bisogna puntare molto di più sugli italiani, bisogna dare fiducia soprattutto ai giovani. Questo Milan può fare tanta strada».
Il ruolo «Do il meglio di me da centrocampista centrale ma so adattarmi: l’ho detto anche a Mihajlovic»
Italia e italiani «Giusto puntare sull’italianità e sui giovani, che hanno bisogno di essere tutelati»
Roma e Milano «Nella Capitale stanno raccogliendo il lavoro di anni. Non ho rimpianti. Il mio derby è con l’Inter!»
In Italia l’esterofilia è un po’ troppo diffusa?
«Sì, secondo me c’è anche una spinta mediatica. Lo straniero viene trattato in maniera diversa, l’italiano vene criticato di più. All’estero la mentalità è differente, qui da noi c’è paura a lanciare un giovane. Bisogna concedere ai nostri giovani più continuità e più fiducia».
Milan e Nazionale, un binomio possibile da subito?
«Certo, me lo auguro. La conquista della maglia azzurra passa anche dal mio rendimento nel Milan dove devo sempre confermare le mie qualità».
Ma a questo punto del campionato è necessario solo vincere?
«Sì, è importante continuare a fare risultati. Bisogna rispondere positivamente anche ai desideri dei nostri tifosi che si aspettano tanto da noi».
Andrea Bertolacci romano