Giampaolo: Lazio forte, ma l’Empoli non ha paura
Al netto della sconfitta interna contro la Juventus, arrivata prima della sosta legata alla nazionale, l'Empoli è in serie positiva dal 24 ottobre. Successo interno contro il Genoa, 1-1 in casa della Sampdoria, vittoria a Palermo - poi la Juve - e brillante 2-2 esterno nel derby con la Fiorentina.
ATTESA. Ora Giampaolo e i suoi aspettano la partita di oggi contro la Lazio: «La squadra di Pioli ha grandi valori tecnici, sta recuperando alcuni giocatori importanti e nessuno di noi si illude, sarà una partita durissima. Loro hanno cambiato molto rispetto alla sfida contro il Palermo e lo faranno anche oggi. Hanno una rosa vasta e non accuseranno cali fisici». Dalla Lazio all'Empoli per scoprire se ci saranno analogie con la formazione di Firenze. Il primo della lista è Paredes, probabilmente ancora una volta schierato in cabina di regia. «Ho parlato con il ragazzo prima di Firenze per analizzare il nuovo ruolo e lui ha capito in fretta che la soluzione poteva essere quella giusta. E' fatto per questo ruolo e sono sicuro che crescerà
partita dopo partita».
SAPONARA INTERMITTENTE. Ci sarà Paredes e davanti a lui agirà Saponara che non ha vissuto una settimana tanto semplice dal punto di vista fisico. «Ha fatto qualche allenamento con la squadra, qualche altro differenziato. La valutazione su Riccardo va fatta di giorno in giorno e decideremo soltanto qualche ora prima della partita». La sensazione è quella che dovrebbe esserci. Chi invece non partirà titolare è Pucciarelli: «“Puccia” sta riprendendosi ma giocherà Ljvaia perché sta meglio. Al momento fisicamente è in netta crescita; è dimagrito rispetto a quando è arrivato qualche mese fa e credo che questo possa essere l'ambiente ideale per ritrovarsi. Oggi è un giocatore che sta benissimo. Ma la forza dell'Empoli sottolinea ancora Giampaolo - è il gruppo, che sta lavorando benissimo durante la settimana. Tra i calciatori c'è sana competizione e il collettivo migliora costantemente. Chi gioca meno è sempre sul pezzo e sono loro che mi permettono di lavorare bene. Non siamo in undici ma in ventiquattro e tutti sono importanti».