«Conta il risultato, non il gioco»
Mancini: Non pensavo di tornare all’Inter, perché quando fai bene poi è dura ripetersi
Le critiche di inizio stagione per le otto affermazioni di misura ottenute prima del 4-0 di domenica scorsa contro il Frosinone non lo hanno scalfito. «Per me è più importante il risultato del gioco» ha spiegato ieri sera ospite del programma di Fabio Fazio “Che fuori tempo che fa” su Rai3. Sembra una risposta ai suoi detrattori, ma soprattutto un monito in vista della trasferta di domani a Napoli dove l’Inter vuole difendere il primo posto in classifica dall’assalto della formazione di Sarri pronta al sorpasso. Il Mancio non si aspettava a fine novembre di essere in questa posizione di l’Inter - ha confermato sollecitato dal conduttore che lo ammira dai tempi della Sampdoria - perché quando fai le cose bene in un posto poi è dura ripetersi. Tornare è rischioso e non credevo che lo avrei fatto. Invece...». Per Thohir, Mancini è una sorta di assicurazione visti i precedenti nerazzurri e i 30 punti conquistati nelle prime 13 giornate, un risultato decisamente notevole (media da scudetto di 2,3 punti a incontro), non sono per lui un record. Anzi...
MANCIO VOLA. Nel 2007-08, l’anno del secondo scudetto sul campo, il Mancio aveva 31 punti dopo 13 turni, non aveva mai perso e aveva subito una rete più di adesso (8 contro 7) segnandone però molte di (27 contro 16). Ancora migliore il bilancio del 2006-07 con 33 punti conquistati, 27 gol all’attivo e 14 al passivo. Rispetto al 2005-06, la stagione del tricolore a tavolino, invece, il segno è positivo (1 punto in più). Le partenze sprint insomma piacciono parecchio al tecnico di Jesi che sogna di allungare a Napoli la serie positiva nonostante il campo del San Paolo, e gli azzurri in generale, non gli portino molta fortuna.
CRIPTONITE AZZURRA. D’accordo, da giocatore nell’anno dello scudetto della Sampdoria nell’impianto sulla musica nessun dubbio: «Sono molto legato a “Caro amico ti scrivo” di Lucio Dalla perché quando da Jesi mi sono trasferito a Bologna nel 1977 ho lasciato lì tutti gli amici». Quelli amici che ancora a volte vede quando torna a casa, che lo vengono a trovare a Milano e sperano di vederlo sorridere anche dopo il big match contro il Napoli.