NAPOLI IN TESTA Higuain cannibale Reina miracoloso
Due magie del Pipita, azzurri primi da soli dopo 25 anni Inter in 10: Ljajic accorcia, due pali in pieno recupero
parte, la qualità è il marchio di casa e Hamsik, Jorginho, Allan e Insigne hanno portato continui pericoli nell’area interista. Semmai il Napoli ha sbagliato le scelte finali, l’ultimo passaggio, la rifinitura o la conclusione, ma la rete del Pipita aveva tolto all’Inter la possibilità di giocare come pensava Mancini, come aveva fatto contro la Roma, difesa e contropiede. Il Napoli ha trovato subito gli spazi di cui ha bisogno per giocare il suo calcio e per l’Inter è stato difficile per un’ora rimettere in piedi una partita completamente diversa da quella immaginata.
L’IRRESISTIBILE HIGUAIN. E’ stato lui, il sire del San Paolo, a frantumare la difesa nerazzurra pochi secondi dopo il primo minuto di gioco. Va detto che l’Inter si è fatta sorprendere proprio nella fase che aveva preparato meglio, quella difensiva. Quando è partita l’azione del Napoli, Guarin aveva già perso Hamsik poco oltre la linea di centrocampo, Insigne ha alzato la velocità contrastato male da D’Ambrosio, Miranda ha sbagliato l’intervento sulla palla, Callejon è stato lesto ad arpionarla e Higuain rabbioso a strapparla dai piedi del suo compagno e a sbatacchiarla in rete. Così segna un bomber cattivo, uno che vuole vincere.
L’IMPERDONABILE NAGATOMO. Nell’Inter c’era qualcosa che non quadrava nella distribuzione delle marcature. Una in particolare, quella di Icardi su Jorginho. Era inadatto al compito, lo controllava o quando non ce n’era bisogno o quando era troppo tardi. Seppure con fatica, risalendo dai turbamenti del suo gioco approssimativo, l’Inter ha comunque provato a impensierire il Napoli, la prima volta dopo mezz’ora con Guarin, la seconda con Perisic. Vedendo quanti errori stava commettendo il Napoli alla fine della sua azione e vedendo con quanta forza e tecnica Ljajic stesse riportando la sua squadra in attacco, c’era da pensare che la partita fosse ben lontana dalla sua fine. Non potevamo immaginare però che fosse in agguato la follia del piccolo Nagatomo, capace di prendere la prima ammonizione al 35' per un fallo su Callejon e la seconda, con conseguente rosso, 9' più tardi per un’entrata fuori tempo su Allan. Mancini ha provveduto al cambio nell’intervallo: fuori l’inutile Icardi, dentro Telles.
E ANCORA IL RE PIPITA. L’Inter è rientrata in partita prima con freddezza e poi con furore nonostante il secondo botto di Higuain che, spalancando gli sportelli, ha tenuto lontano Murillo dopo un rinvio di testa di Albiol e scaraventato in rete la palla del 2-0. Il Napoli si è accontentato e addolcito, commettendo così l’errore più grave della sua partita, e Ljajic ha segnato un gol che meritava. E’ stato l’inizio di un’altra partita. Il Napoli più brutto si è visto dal 2-0 in poi, troppo tenero, troppo preoccupato, sentiva come un macigno il primo posto, ha perso tutta la sua sicurezza, gli è venuta la tremarella. Doveva chiuderla e non lasciare all’Inter la possibilità dell’impresa che alla fine avrebbe meritato di realizzare: negli ultimi secondi, palo di Jovetic e palo di Miranda. Il primo posto se n’è andato così.