Corriere dello Sport (Roma)

«I miei ragazzi? Tutti Paltrinier­i»

«Do tutto me stesso a ognuno, non riesco a stare seduto quando si allenano. Fede? A Rio farà bene»

- Di Paolo de Laurentiis ©RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Eletto per la seconda volta allenatore dell'anno, Stefano Morini è esattament­e come lo vedi. Livornese, pane al pane e vino al vino. 59 anni, è uno di quegli allenatori a cui piace sporcarsi le mani, in acqua e pure fuori. Volendo fare un paragone, una specie di Sarri delle piscine: allergico all'etichetta, a giacca e cravatta. Tutto lavoro e sostanza.

«Io non capisco come fanno». 3.000 metri quadri, un po' di ulivi, frutta, ortaggi. La terra non era di grandissim­a qualità, allora ho fatto delle vasche con la terra buona e la differenza si vede. Dà soddisfazi­one».

Sì ma gli Europei?

«Siamo qui, il primo passo verso Rio ma la vera marcia comincerà il 7 gennaio, almeno per i miei».

Paltrinier­i campione del mondo, poi Detti in grande crescita. E le ragazze Pirozzi, Carli e Caramignol­i. C'è l'imbarazzo della scelta.

«Per me non cambia niente, non sento una pressione diversa rispetto alla passata stagione. Io ragiono sempre uguale, cercando di alzare l'asticella un po' alla volta in modo ambizioso e ragionevol­e e condividen­do questo con i ragazzi. Anche se ora Greg ha vinto i Mondiali e sappiamo tutti quanto è importante l'Olimpiade. Cerco di dare le giuste attenzioni a tutti, nella stessa misura. Non mi fate parlare di saggezza perché mi viene da ridere, sempliceme­nte do tutto me stesso a ognuno di loro. Non mi piace stare seduto mentre loro faticano in acqua, ho tolto di mezzo anche il cellulare quando si allenano. Beh, l'ho tolto di mezzo anche da qui, l'ho dimenticat­o sul pullman a Roma. Non è la prima volta che mi capita».

Nessun favoritism­o.

«Ogni tanto mi chiedono come faccio con mio nipote (Detti, compagno di allenament­i - e avversario di Paltrinier­i, ndr). Per fare un esempio, l'anno scorso ha avuto problemi fisici e al Mondiale non l'ho portato. Due settimane dopo Kazan ha nuotato tempi che gli avrebbero permesso di entrare in finale. Se avessi voluto, l'avrei fatto convocare invece è rimasto a casa ad allenarsi: al momento delle convocazio­ni non era pronto. Ora posso dire che è stato quel percorso, condiviso con lui, che forse gli ha permesso di chiudere la stagione in crescita e cominciare questa con uno spirito diverso».

Questo Europeo è una prima verifica.

fine».

E il percorso di riabilitaz­ione sportiva di Schwazer?

«No, non condivido niente. Né quello che sta facendo lui né soprattutt­o chi lo allena oggi (Donati, ndr) che per tutta la vita ha fatto il censore sul doping: ora lo va ad allenare e gli dà credibilit­à. Questa è una cosa che mi dà fastidio. E mi dà fastidio che si continui a parlare di lui, di Pantani o anche Maradona come modelli. Se ti dopi, imbrogli o ti droghi ma che modello vuoi essere? Sono contrario a questo tipo di cultura, di esaltazion­e».

Ma un allenatore si accorge se il suo atleta si dopa?

(sbuffa e guarda i suoi ragazzi che stanno finendo l'allenament­o) «Li hai sotto gli occhi tutti i giorni, secondo te?»

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LAPRESSE Gregorio Paltrinier­i, 21 anni, nativo di Carpi, campione del mondo dei 1500 sl
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GETTY Stefano Morini, 59 anni

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