«TUTTI INSIEME VINCIAMO»
Giannini: «Con dei tifosi così si batte pure il Real Madrid» Candela: «Se siamo compatti, ripartiremo. Con Garcia» L’effetto Curva Sud colpisce i grandi ex del passato
Un messaggio, un invito. Vale per lo sport di tutti, vale per il sociale, ma alla fine vale anche per il campionato che avrebbe potuto tingersi di giallorosso e invece al momento è di altri colori. I giovani vecchi della Roma non avrebbero neppure troppa voglia di parlarne: ieri erano lì per giocare, essenzialmente. Ma essere leggende comporta qualche obbligo.
LA FORZA. C’è la curva non strapiena ma compatta e in piena azione, con bandiere e nomi del vari gruppi, che restano lì nonostante l’invito a rimuovere le scritte. Paradossale contrasto con le partite ordinarie della Roma di oggi. Marco Delvecchio, centravanti prima, esterno poi, sempre incisivo anche nella Roma scudettata di Batistuta, la mette sul pratico: «Vengo allo stadio in campionato e lo scopro vuoto. E’ qualcosa che mi fa star male. Il calcio, lo sport sono festa. Senza pubblico vengono snaturati. Spero che cambi tutto nel girone di ritorno. Il pubblico è fondamentale per qualsiasi squadra, per la Roma ancora di più. La forza di questa città, di questa squadra è sempre stata il tifo. Lo scudetto non è volato via, è lì a quattro punti. Bisogna restare uniti e tutto può ancora essere raggiunto».
Per quello si è partiti all’inizio del campionato, per quello bisogna continuare a marciare. Enrico Annoni, un terzino che giocasse oggi non tornerebbe scomodo alla Roma, invita al dialogo: «Riaprire i canali tra il club e i tifosi, questo servirebbe. E’ arrivato il momento di trovare una soluzione al problema. Tutto viene esasperato, non è questo il modo in cui il calcio può progredire. Torniamo a parlare e torniamo a rendere lo stadio quel che era una volta, un luogo da vivere insieme».
Unità, il messaggio trasmesso da “Voi siete leggenda” è tutto qui. Alla città, allo sport e alla Roma. Giuseppe Giannini, capitano storico, è tra i più ottimisti: «Perlomeno non sono pessimista. Credo che stringendosi attorno a Garcia e riportando il pubblico allo stadio la Roma possa ancora ottenere molto, persino eliminare il Real Madrid. E mi aspetto di vedere Dzeko rasserenato quando tornerà a giocare. Il suo è solo un problema psicologico».
BASTA CHIACCHIERE.
Damiano Tommasi è presidente dell’Associazione Calciatori. A parte tutto il resto, ex della Roma, calciatore di specchiata moralità: «Una serata come questa serve a ricordare a tutti che con il calcio bisogna divertirsi, non altro». Vincent Candela l’ha organizzata per questo, raccolta fondi a parte. Vuole che non finisca qui: «Era il momento giusto per tornare allo stadio. Non è più il momento delle chiacchiere. Alla gente, alla nostra gente chiedo di starci vicino, in queste occasioni e nelle altre. I tifosi hanno sempre dato tanto alla Roma e se torniamo a essere uniti, giocatori, club e sostenitori, allora possiamo vincere. Mi aspettavo molto dalla squadra quest’anno e continuo a credere nello scudetto. Non ha molto senso pensare alla sostituzione di Garcia. Non sarebbe degno di una grande società». Il buco nero, il vero vuoto pneumatico è l’assenza dei tifosi. «Si trascurano troppo spesso la gratitudine e il senso di appartenenza». Eppure la gente non ha dimenticato nulla. «Siamo ancora qua», scrivono i tifosi su un lenzuolo, e lo alzano verso il cielo.
Delvecchio: «Senza curva c’è un vuoto che fa stare male» Tommasi: «Questa è la strada giusta»