Corriere dello Sport (Roma)

Soldini si accontenta «Quarto posto che vale»

Medaglia di legno nella Sydney-Hobart: «Regata bellissima»

- Di Pasquale Di Santillo

Se ha qualche rimpianto, Giovanni Soldini lo nasconde benissimo dietro un sorriso soddisfatt­o e la voce squillante di chi sa di aver fatto tutto, ma proprio tutto per salire sul podio con la sua Maserati che vola sull’acqua al debutto della Sydney-Hobart. Dall’Australia alla Tasmania, 628 miglia: una cronometro a vela contro barche più grandi, i 100 piedi (30,48 metri), e condizioni così variabili dove i 9 metri e passa in meno del Vor 70 di Maserati rispetto ai rivali facevano una bella differenza. Eppure Soldini è riuscito a portare il Tridente a ridosso dei giganti, chiudendo al quarto posto dopo 22 ore, 54 minuti e 33 secondi, cioè 14 ore dopo i vincitori americani di Comanche e solo tre dopo gli australian­i di Ragamuffin e gli altri americani di Rambler. Fossimo alle Olimpiadi o ad un qualsiasi Mondiale, sarebbe una semplice medaglia di legno. Nel variegato mondo della vela, dove spesso si gareggia con barche diverse, il quarto posto di Soldini e Maserati vale almeno un podio.

«È stata una regata bellissima». Lo ha urlato ripetutame­nte ai quattro venti Giovanni Soldini appena sbarcato a Hobart dopo aver tagliato il traguardo della 71ª edizione della Rolex Sydney Hobart Yacht Race.

«Maserati - ha aggiunto - si è rivelata ancora una volta una barca solida, ha avuto un’ottima preparazio­ne. Siamo riusciti a non rompere niente. E ottimo è stato anche l’equipaggio, affiatato e efficiente».

Altrimenti, aggiungiam­o noi, avrebbe avuto motivi validi per ritirarsi come spiega nel dettaglio lo stesso velista milanese: «In questa regata ci è successo un po’ di tutto. In partenza abbiamo agganciato sulla chiglia tre boe e almeno 50 metri di cima, abbiamo perso mezz’ora di tempo per liberarci. Alcuni ragazzi si sono dovuti tuffare in acqua per tagliare tutto e liberarci. Intanto però, gli altri concorrent­i sono scappati via per una dozzina di miglia. Quando siamo ripartiti abbiamo deciso di fare la nostra regata, in tranquilli­tà. Ed è andata molto bene, ci siamo divertiti difendendo­ci al massimo delle nostre possibilit­à. Abbiamo fatto un’ottima navigazion­e nella prima parte della regata, sia durante il passaggio del fronte, sia bolinando fino in Tasmania. Siamo sempre stati in fase con i giri di vento e abbiamo fatto degli ottimi angoli, tanto che siamo riusciti a raggiunger­e e ad ingaggiare un bel match race con Ragamuffin che è un 100 piedi. Purtroppo poi è arrivata un’alta pressione, Ragamuffin con appena 5 nodi di vento riesce a navigare a 10 nodi di velocità. Per di più, siamo stati inglobati in un paio di nuvoloni privi di vento. L’arrivo in Tasmania non ci è stato tanto favorevole. Alla fine, nella notte, siamo riusciti a passare al di là dell’alta pressione, a prendere il vento da nord e sotto spinnaker siamo atterrati a Hobart. Dopo tre anni di giri per il mondo, la nostra avventura con il VOR 70 finisce qui. Sono contento di aver chiuso un ciclo in bellezza».

La sua Maserati a ridosso dei giganti nonostante lo stop forzato in una bolla senza vento

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ANSA Il VOR 70 Maserati nelle acque di Tasmania all’arrivo della Sydney-Hobart

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