Corriere dello Sport Stadio (Bologna)
Inghilterra beffata, i Mondiali a Russia (2018) e Qatar (2022)
La Fifa ha premiato due sedi inedite per la Coppa più importante. Gli arabi hanno battuto gli Usa al ballottaggio
Il Mondo del Calcio si ritroverà in Russia nel 2018 e in Qatar quattro anni dopo, allargando i confini dello sport più popolare del pianeta. Le designazioni per l’organizzazione dei Mondiali, annunciate a Zurigo da un Blatter in versione “consumato attore” (« sono proprio curioso, nemmeno io conosco i risultati » annunciava, probabilmente mentendo visto il plateale abbraccio che gli ha riservato lo sceicco Hamad Al-Thani, mentre si accingeva ad aprire la busta per l’edizione assegnata agli arabi), hanno sorpreso molti: gli unici sicuri dei risultati già alla vigilia erano gli allibratori inglesi - che ci hanno puntualmente azzeccato - e il quotidiano pietroburghese Izvestia, che aveva anticipato ieri mattina la vittoria russa per il 2018 contribuendo ad aumentare i sospetti su un meccanismo definito « trasparente » da un quantomeno frettoloso Jerome Valcke, segretario generale Fifa. INGHILTERRA FUORI SUBITO - La Russia è stata incoronata alle 16.37, il Qatar alle 16.44 di un 2 dicembre 2010 che diventa data storica per il pallone: mai prima i due Paesi avevano organizzato un Campionato del Mondo. La corsa al torneo 2018 è durata due turni: la cosa strana, quasi sospetta, è l’eliminazione immediata della favorita - almeno in base alle relazioni preliminari commissionate dalla stessa Fifa - Inghilterra, quella « Motherland of Football » per citare Blatter, che alla prima votazione ha ricevuto la miseria di 2 preferenze. Fuori subito. Al secondo turno la Russia ha ottenuto il quorum, anzi di più: 13 voti (ne bastavano 12 per la maggioranza assoluta) contro i 7 di Spagna-Portogallo e i 2 di BelgioOlanda, candidatura solo parzialmente rilanciata dallo spettacolare filmato con protagonisti Gullit, Cruijff e Pfaff proiettato in mattinata. Ancor più controversa l’assegnazione dell’edizione 2022. Al primo turno fuori l’Australia (un solo voto per un’altra delle favorite) con il Qatar che ha sfiorato il quorum fermandosi a 11. Sono state necessarie 4 votazioni per l’elezione, con 14 voti, al ballottaggio con gli Stati Uniti (fermo a 8). E quando Blatter ha letto il nome dell’emirato, il Paese con il maggior Pil pro capite al mondo, dalla sala il boato della delegazione araba si è ritrovato desolatamente solo: perché in platea dominava la delusione, un silenzio imbarazzante ma eloquente sebbene poco rispettoso delle capacità del Qatar di catalizzare le preferenze dei delegati (se convinti dalle reali potenzialità del progetto o attratti da altre, meno calcistiche e più prosaiche, qualità è aspetto destinato a rimanere misterioso...). SCENARI - Per le strade di Mosca e Doha è partita la festa, un’emozione simmetrica scandita dai cori « Russia, Russia » nel gelo del Grande Paese slavo e « Qatar, Qatar » nel caldo insopportabile del piccolo emirato. Che è una locomotiva lanciata, con tassi di crescita economica stimati al +15,5% per il 2010 e previsti a oltre il 21% per il prossimo anno: a questi ritmi, per il Qatar non sarà un problema togliere dalla sua immensa liquidità finanziaria quei 3 miliardi di euro previsti per allestire le infrastrutture futuristiche (tra le quali stadi dotati di sistemi di climatizzazione anche all’aperto per combattere temperature che in estate raggiungono i 50 gradi!) promesse dal comitato organizzatore. « Avete creduto nella possibilità che abbiamo di espandere il calcio. Sarete sempre orgogliosi di noi » ha dichiarato l’emozionatissimo sceicco Mohammed Al Thani, vicepresidente e figlio di Hamad, numero uno del comitato arabo. Ma prima ci sarà la Russia, la Grande Madre che deve vincere soprattutto la sfida delle enormi distanze tra le sedi di gara. Ha già organizzato un’Olimpiade nel 1980, ospiterà i Giochi Invernali nel 2014 a Sochi e il Mondiale di Atletica nel 2013 a Mosca. Cinque anni dopo dovrà essere in grado di calare altri assi.