Corriere dello Sport Stadio (Bologna)
Lunedì l’ultimo tentativo di Abete per evitare lo sciopero
Il presidente federale potrebbe convocare Lega di A e Aic per sbloccare la trattativa sul rinnovo del contratto collettivo
ROMA - Lunedì, al massimo martedì Giancarlo Abete potrebbe convocare Lega di A e Aic per sbloccare la trattativa sul rinnovo del contratto collettivo. Sarà l’ultimo tentativo: in caso di fallimento l’11 e il 12 i calciatori sciopereranno. Dopo le grandi turbolenze del mercoledì, le prudenze del giovedì. Anche perché quella di oggi potrebbe essere una giornata decisiva. Non tanto perché a Milano i club si incontreranno per una assemblea informale, quanto per il pronunciamento dell’Alta Corte. Riccardo Chieppa ha preferito non forzare i tempi: sa benissimo che l’ultima iniziativa del presidente federale dipenderà in larga parte dai contenuti di quel suo parere. ASSE CONI-FIGC - L’autonomia dell’Alta Corte è, ovviamente, fuori discussione ma è evidente che in questi giorni, soprattutto nei momenti più caldi è nato un asse fra Abete e Gianni Petrucci (che anche ieri ha ribadito: «Mi auguro che si raggiunga l’accordo »). Il presidente del Coni sostiene l’iniziativa del capo della Federcalcio e lo ha fatto capire chiaramente con la dichiarazione che ha urtato la suscettibilità del presidente dell’Aic, Sergio Campana. Soprattutto i riferimenti finali, quelli al ruolo che il sindacato svolge nel governo del calcio.
Da questo punto di vista, la presa di posizione di Demetrio Albertini contro Claudio Lotito ha suscitato più di una perplessità. Non tanto per il merito, quanto per il fatto che in un momento come questo, Albertini avrebbe potuto e dovuto privilegiare l’aspetto istituzionale del suo ruolo a quello del “fiduciario di parte”. Una sortita che riaprirà discussioni e valutazioni sullo statuto che ora regge la Federazione, soprattutto sul fatto che i vice-presidenti sono diretta espressione delle componenti. VOLONTA’ - La soluzione del rebus dipende solo dalla volontà politica delle parti. Dal tavolo è da tempo scomparsa la questione dei “trasferimenti coatti” (contrari alle norme). Resta il nodo degli allenamenti separati. A via Allegri si ha l’impressione che quel nodo sia diventato inestricabile un po’ per motivi ideologici, e un po’ per lo scarsissimo feeling che si è creato tra i componenti delle due delegazioni. Una valuta- zione, quest’ultima, che incontrerebbe qualche consenso anche in Lega dove alcuni presidenti ritengono che le posizioni di Claudio Lotito possano aver aggiunto rigidità.
E’ noto, d’altro canto, che l’Aic avrebbe più volentieri dialogato con quelle controparti con le quali nel recentissimo passato ha raggiunto intese piuttosto agevolmente (Adriano Galliani, Massimo Cellino, l’avvocato Cantamessa). PROPOSTE - Tutto ruota intorno alla questione dei fuori rosa. L’ipotesi di una norma che definisca il mobbing da inserire nelle Noif, non piace all’Aic. Una rigidità non con- divisa, ad esempio, dagli “Avocaticalcio”, organizzazione creata da Claudio Pasqualin, che tutela molti calciatori e che ieri si è riunita a Milano in assemblea. Scrivono nel loro comunicato finale: «Per risolvere il tema dei cosiddetti “allenamenti separati” invita le parti, ed in particolare l’Aic, sottolineando gli indubbi meriti acquisiti in quarant’anni di storia, ad ipotizzare la possibilità di costituire gruppi di lavoro che possano essere allenati da differenti allenatori, dotati dell’abilitazione necessaria, purché tutti i calciatori si allenino alla stessa ora e nello stesso impianto sportivo».
Le dichiarazioni dell’altra sera di Campana (confermate da Grosso: «Lo sciopero si può evitare, ma qualcuno deve rinsavire» ) hanno confortato Abete in maniera parziale perché la manifestazione di buona volontà è stata seguita da una totale chiusura sul punto controverso. Emergono i distinguo. Massimo Oddo dice: «Non sono d’accordo ma aderirò» , Edy Reja aggiunge: «Lo sciopero è inconcepibile». Tesi condivisa dai tifosi del Genoa che in un comunicato dicono: «Viene un conato di nausea ad accostare la parola sciopero a persone che non hanno mai seriamente lavorato un giorno in vita propria... Con tutto il nostro biasimo vi gridiamo: vergognatevi». Giancarlo Abete, 60 anni, presidente della Figc dal 2 aprile 2007