Corriere dello Sport Stadio (Bologna)
Lecce, insulti a Diamoutene
Alcuni tifosi entrano in campo e gli contestano il passato a Bari. La società: «Siamo sconcertati»
L’INVASIONE - Ma ieri pomeriggio a Calimera si è superato il limite: gli ultrà hanno inscenato una vera e propria invasione di campo contro di lui. Una ventina LECCE - Un episodio di intolleranza. Lo sport vero c'entra poco e Lecce, una 'piazza' che si è spesso segnalata per episodi di sportività, va a finire nelle pagine di cronaca nera per una aggressione, per fortuna solo verbale, di cui è rimasto vittima il difensore giallorosso Soulymane Diamoutene. Non è un mistero per nessuno che la rivalità tra la tifoseria leccese e quella barese abbia raggiunto e superato i livelli di guardia, perciò gli ultrà giallorossi non hanno gradito il ritorno di Dedè a Lecce: ma qualsiasi ritorno sgradito non può giustificare l’accaduto. Rimproverano al giocatore maliano di aver indossato la maglia del Bari nella scorsa stagione, lo avevano già contestato apertamente al “Via del Mare” all'esordio stagionale contro la Sampdoria. sono entrati dall'ingresso da cui si accede agli spogliatoi (il cancello era aperto) e senza problemi hanno fatto irruzione sul terreno di gioco costringendo De Canio ad interrompere l'allenamento. C'è stato qualche minuto di concitazione, sono volate parole offensive nei confronti di Diamoutene, gli sono state rivolte frasi ingiuriose, «Barese di m... » , «Sporco barese devi andare via da Lecce» , qualcuno ha cercato anche di sfilargli la felpa giallorossa che indossava. Fortunatamente non si è andati oltre, anche per l'intervento dei giocatori, di De Canio, Giacomazzi e Chevanton, in particolare, del team manager Zanotti, che sono riusciti a far tornare la calma mentre Diamoutene rientrava negli spogliatoi. L'episodio si è concluso con un invito a De Canio a non schierare mai più il giocatore, men che meno a fargli indossare la fascia di capitano, com'è accaduto a Udine in Coppa Italia, dopo l'uscita dal campo di Chevanton. Quando gli ultrà hanno abbandonato il terreno di gioco, la squadra ha ripreso ad allenarsi, mentre 'Dedè' è stato invitato dal tecnico a lavorare in palestra. L’AMAREZZA - Sul posto sono prontamente intervenuti gli agenti con il dirigente della Digos, il vicequestore Raffaele Attanasi, che hanno effettuato i rilievi del caso per l'accertamento di eventuali responsabilità penali. Al termine della seduta Dedè Diamoutene ha manifestato la sua amarezza. «Sono dispiaciuto perché questo episodio mi ha impedito di allenarmi regolarmente - ha dichiarato il giocatore - però sono sereno, non sono colpevole di nulla e non merito di essere offeso. Ai miei contestatori ho detto che potevano parlare, ma ho intimato loro di non mettermi le mani addosso. A Bari, dopo cinque anni in maglia giallorossa, dissi che a Lecce ero stato benissimo e che ero contento di essere approdato in una piazza importante » . Sul suo futuro a Lecce, Diamoutene ha aggiunto: «C'è tempo per riflettere, ma è una decisione che prenderò a gennaio insieme con la società, fino ad allora lavorerò sodo per rendermi utile al Lecce. Mi auguro di essere convocato per la partita di domenica» .
In serata l'U.S. Lecce, attraverso il suo sito, ha espresso ferma condanna dell'episodio «di cui sono stati protagonisti degli pseudo-tifosi» , e ha manifestato piena solidarietà a Diamoutene. «La società - si legge - ha sempre stigmatizzato qualsiasi comportamento o azione ispirati a condotta violenta anche se solo verbale e resta sconcertata per il fatto che si sia arrivati a tanto nei confronti di un calciatore che si è sempre contraddistinto per serietà e professionalità» . L’associazione calciatori parla di «odiosi cori razzisti» di «gravissimo episodio» e chiede «provvedimenti significativi manifestando «al calciatore il sostegno a nome dell’intera categoria» .