Corriere dello Sport Stadio (Bologna)
Al Tardini domenica arriva l’Udinese, ex squadra di Marino. Ma sulla panchina dei bianconeri ora c’è il tecnico che l’anno scorso ha riportato i crociati in A Guidolin: Parma è nel mio cuore
«Chi toglierei? Nessuno, anche se Crespo mi fa sempre gol»
UDINE - Quella del Tardini sarà inevitabilmente una gara speciale, se non altro perché Francesco Guidolin e Pasquale Marino si sono scambiati le panchine su cui sedevano da due anni il primo, da tre il tecnico di Marsala. Senza contare che ci sono altri doppi ex, a cominciare da Pietro Leonardi. Guidolin sa che si emozionerà. «Sarà una sfida speciale dato che ritroverò numerose persone alle quali sono molto legato e con le quali ho sofferto, e soprattutto gioito, per due anni ricchi di soddisfazioni». Quando scelse il Parma? «Ho preso la squadra in mano dopo sei giornate di B nel 2008-09 e il Parma era abbastanza vicino alla zona retrocessione; ho accettato con entusiasmo la scommessa del presidente Ghirardi perché ho sempre desiderato allenare il Parma. Vincere il campionato di B non è stato né scontato, né facile, ma con l'aiuto della società, e soprattutto dei calciatori, abbiamo costruito una stagione in rimonta che ci ha consentito di ritornare in serie A al termine di quell'annata». E l’anno scorso? «Il lungo cammino nella passata stagione è stato pieno di soddisfazioni perché per quasi tutto il girone di andata abbiamo lottato per entrare in Europa e dopo un periodo di appannamento, tra gennaio e febbraio, ci siamo ripresi concluden- do con uno splendido ottavo posto».
Perché ha deciso di interrompere il rapporto con il Parma?
«Ho compreso che quello era il momento giusto per finire la mia avventura senza polemizzare con alcuno, portandomi dietro un bellissimo ricordo delle persone e dei luoghi, con la consapevolezza di aver lasciato un'immagine di persona seria, sensibile e di professionista. In due anni ho avuto la possibilità di instaurare un rapporto umano con la città che mi ha gratificato e questo ricordo lo porterò sempre con me perché, forse, è più importante dei risultati».
Parma e il Parma le sono rimasti nel cuore. Pensa di essere ricambiato?
«Ripeto, torno a Parma da amico e non porto rancore nei confronti di alcuno dato che ho potuto lavorare bene, in autonomia; so di aver dato tutto me stesso. Ho allenato con grande passione e di questo a Parma se ne sono accorti tutti».
C'è un giocatore della sua ex squadra a cui è maggiormente legato?
«Io sono legato a tutti i ragazzi che ho allenato nei due anni nella città emiliana e con i quali si è consolidato un rapporto di stima e di sincerità che nel tempo si è trasformato in affetto».
Egoisticamente parlando, quale giocatore del Parma vorrebbe non giocasse contro l'Udinese?
«E' giusto che il Parma ci affronti con la migliore formazione. Oltretutto non ho mai avuto questi pensieri anche se Crespo è un giocatore che, nelle nostre lunghe carriere, ho incrociato spesso e altrettanto spesso mi ha fatto gol. In questo momento Hernan sta attraversando un felice momento di forma e sono contento per lui perché è una persona straordinaria e un professionista esemplare».
Il Parma visto all'opera a Milano contro l'Inter in che misura va temuto?
«Ha dimostrato di essere ben vivo, il risultato non deve trarre in inganno, è bugiardo. In un solo minuto la mia ex squadra ha subìto due autogol, a parte il fatto che ha anche colpito due pali. Il Parma, quindi, è stato alquanto sfortunato. Servirà un'Udinese concentrata, determinata e concreta per fare bene. Nell'ultima trasferta a Roma per 25' abbiamo giocato bene, ma nel primo contrattacco dei giallorossi abbiamo subìto gol. Con il Napoli ho rivisto i ragazzi giocare con le qualità che ho citato e al nostro primo affondo abbiamo segnato per poi continuare ad essere squadra vera. Per cui per dare continuità alle nostre prestazioni, possibilmente anche ai risultati, dobbiamo proseguire sulla strada intrapresa domenica scorsa ben sapendo che ogni debolezza la paghi a prezzo salato. E con il Parma se non sei al top rischi di fare una magra figura e noi non possiamo permettercelo. I ragazzi, comunque, si stanno impegnando parecchio, i segnali sono buoni».