Corriere dello Sport Stadio (Bologna)
Fortitudo, Montano prenota il futuro
BOLOGNA - Dietro un'autentica faccia da angelo, che mostra persino meno dei 18 anni indicati dalla carta d'identità, si nasconde uno dei migliori passatori del panorama giovanile italiano. E partita dopo partita, anche la Conad (ieri ha firmato Federico Zambrini, che debutterà domenica) sta scoprendo le doti di Matteo Montano, l'ultimo elemento ad entrare in squadra in precampionato - effetto della lunga trattativa Romagnoli-Sacrati - e che in queste settimane sta guadagnando spazio nelle rotazioni di Gabriele Giuliani. E i minuti aumenteranno ulteriormente, ora che Davide Lamma è ai box. «Ci siamo dovuti fare una ragione dell'infortunio di Carretta - dice il playmaker - ora è uguale per l'assenza del nostro capitano. Non abbiamo alternative: dobbiamo tutti tirare fuori qualcosa in più. Ma nelle ultime settimane siamo cresciuti, stiamo eseguendo meglio in attacco, siamo anche più uniti». DNA AQUILA - Nato da famiglia fortitudina ( «Mio padre mi mise il pallone in mano quasi subito, cominciai nella SG, poi Maurizio Ferro mi reclutò per il vivaio Fortitudo Pallacanestro a 12 anni dopo un torneo ai giardini Azzarita» ), Montano è cresciuto nel mito di Gianluca Basile. Anche se non per i “ti- ri ignoranti”: «Mi piaceva il suo atteggiamento in campo: molto serio, mai una smorfia, sempre in controllo» dice Matteo, cresciuto nel quartiere Saragozza, a pochi passi dallo stadio, come un predecessore nelle giovanili dell'Aquila: «Alessandro Piazza ha fatto le superiori a pochi metri da dove frequentavo le medie». Ma rispetto a Piazza, oggi in Legadue con Forlì, Montano può vantare un trionfo a livello giovanile: «Torneo Malaguti 2009 a San Lazzaro, al PalaSavena. In finale battemmo la Scavolini di Andrea Traini, che oggi gioca in A. Mi feci male alla caviglia dopo 10', sembrava una giornata stregata. E invece rientrai, rimontammo dal -20, e fui anche nominato MVP. E quella Pesaro era forte, a fine anno vinse lo scudetto Cadetti». FUTURO - Quel gruppo classe '92-'93 della Effe, Montano l'ha incrociato di recente, ma da avversario. Nella gara del grande paradosso tra Conad e Fortitudo Pallacanestro Under 19. «Mi ha fatto uno strano effetto, tra gli avversari c'erano alcuni tra i miei migliori amici, a cui sarò sempre legato. E con loro coach Breveglieri, una delle figure più importanti per la mia crescita. Però avevo bisogno di vivere una prima squadra, anche a costo di giocare poco. E alla Conad penso ci sia un futuro». SCUOLA - Per il futuro, Montano preferisce non guardare troppo lontano. E spiega: «Sto con i piedi per terra, non ho il talento di Bargnani e Belinelli, e in famiglia mi hanno sempre insegnato che la scuola viene prima del basket. Sono all'ultimo anno di liceo scientifico, sto andando bene, anche servono sacrifici. Poi mi piacerebbe continuare a studiare, magari economia». Eppure il percorso da professionista è nelle corde dell'azzurrino. Migliorato fisicamente dopo un anno a contatto con un preparatore come Renzo Colombini: «L'anno scorso sostenevo sedute di pesi devastanti, ma lo ringrazierò sempre, così come coach Finelli». SIMBOLO - Entrato nelle rotazioni, Montano spera di aiutare la Conad a sistemare gli sbalzi di rendimento tra casa e trasferta: «In casa c'è maggiore pressione, magari alla prima sbavatura senti qualche mormorio e il peso sulle spalle aumenta. Ma la risposta della gente è stata favolosa, non mi sarei aspettato tanti tifosi a seguirci». Parole da aspirante leader: «Vorrei conquistare minuti e la fiducia dei compagni. Il sogno, però, è diventare il volto di questa società, proprio come Lamma».