Corriere dello Sport Stadio (Bologna)
Festa Irlanda va all’Europeo
E’ decisiva la doppietta siglata da Walters A casa la Bosnia di Dzeko, Pjanic e Lulic
Non ci saranno Pjanic, Dzeko e Lulic al prossimo Europeo. Al loro posto ci va chi lo ha meritato di più e che lo voleva di più, per cuore, rabbia, furore. Ci va l’Irlanda che, dopo il pareggio all’andata, ha battuto la Bosnia nella festa di Dublino. Ce la porta Jon Walters, 32 anni, attaccante dello Stoke City, arrivato in Nazionale per merito di Trapattoni, all’epoca ct: con una doppietta ha messo fuori un’avversaria più ricca di talento individuale, ma troppo superficiale e senza gioco. Per l’Eire sarà il terzo Europeo della sua storia e sarà un Europeo molto britannico con le due Irlande, il Galles e l’Inghilterra. La Bosnia è andata a sbattere su una squadra vera. Lo aveva capito anche all’andata e ieri sera la nazionale di Martin O’Neill l’ha messa in difficoltà fin dall’inizio. Solo uno dei talentuosi bosniaci ha giocato pensando alla squadra, Edin Dzeko, ma il centravanti della Roma è stato più utile a difendere e costruire che a concludere. Non ne ha avuto mai la possibilità. IL RIGORE REGALATO. L’Irlanda è andata in vantaggio con un rigore che Kuipers, mal consigliato dall’arbitro d’area, ha regalato ai verdi di casa. Un cross ravvicinato di Murphy ha sfiorato la mano del doriano Zukanovic, rigore, ammonizione per Lulic (che non la smetteva di protestare), botta secca di Walters e Irlanda sempre più vicina alla Francia. Anche in campionato, contro la Fiorentina, Zukanovic aveva provocato un rigore contro la Fiorentina per un tocco di mano. Da quel momento la Bosnia ha cominciato ad alzare la sua linea di gioco, con un calcio che si appoggiava solo sulle qualità individuali. Pjanic, completamente fuori partita, ha piazzato il primo passaggio degno del suo grado di rifinitore dopo più di mezz’ora. Dal fallosissimo Spahic e da Zukanovic partivano i lanci lunghi per Dzeko, era questo l’unico schema di Bazdarevic e non poteva certo bastare. L’ORGANIZZAZIONE. L’Irlanda ha retto bene l’urto, peraltro non irresistibile, della Bosnia. C’è riuscita grazie alla sua organizzazione. Ha accorciato le linee, ha tolto spazio a Pjanic e compagni e, quando ne ha avuto la possibilità, è ripartita. Era più aggressiva, teneva un ritmo molto più alto e soprattutto aveva idee per giocare. Quando la palla era fra i piedi della Bosnia, circolava lenta e spesso tornava indietro; quando ce l’aveva l’Irlanda l’azione si infiammava. La Bosnia ha migliorato il suo gioco nella ripresa, ha aumentato la velocità della manovra e mantenuto l’iniziativa, ma la qualità di squadra non è stata sufficiente per riprendere gli irlandesi. Disastrosa, poi, l’organizzazione difensiva: la Bosnia ha preso il secondo gol dopo una punizione da destra di Brady, prolungata da Vranjes e girata in rete ancora da Walters che era liberissimo. GLI ITALIANI. Male Pjanic, che non ha trovato mai la posizione, né lo spunto per assistere gli attaccanti (eppure nella Roma sta volando); sfortunato Zukanovic sul rigore, per il resto era preoccupato solo dall’eccessivo nervosismo e dai disastri del collega Spahic; confuso Lulic, ha sbagliato il gol dell’1-1 nell’occasione più nitida dopo la traversa centrata da Ibisevic negli ultimi istanti di recupero; Djuric (Cesena) è entrato un minuto prima del 2-0 irlandese; solo Dzeko è sempre stato in partita ma, come gli càpita quando la sua squadra è in difficoltà a costruire, andava a cercarsi di continuo la palla lontano dall’area di rigore.