Corriere dello Sport Stadio (Bologna)

«Rossi e Lorenzo un problema vero»

Il direttore della Yamaha: «Non abbiamo ancora capito come intervenir­e, ma il team nel 2016 rimarrà unito»

- Di Paolo Scalera Buffer Overflow

Se per i piloti della MotoGP questo è il momento di pensare alle vacanze, per i manager non è ancora il tempo di concedersi il meritato riposo. Perlomeno non per Lin Jarvis, managing director del team Yamaha che quest'anno ha letteralme­nte dominato la MotoGP conquistan­do il titolo iridato della classe regina con Jorge Lorenzo, oltre al mondiale marche grazie anche a Rossi, nonché l'alloro come miglior squadra. E' la famosa “triplice corona” della quale si è giustament­e vantato Hiroyuki Yanagi, presidente di Yamaha Motor Corporatio­n, nella conferenza stampa di lancio di quello che la casa di Iwata ha chiamato “Next level”.

«Siamo orgogliosi di quanto abbiamo fatto, ma non è tempo di sedersi sugli allori» ha dichiarato nel galà della Yamaha il manager giapponese che però non è riuscito nell'intento di far stringere la mano, sempre che ci abbia provato, ai suoi due fuoriclass­e, il neoiridato Lorenzo e il nove volte campione del mondo Valentino Rossi. «Abbiamo in squadra 14 titoli iridati», si è giustament­e vantato Yanagi. Detto questo Vale e Jorge, il primo in sella alla nuova XSR900, il secondo alla nuova MT-10, non si sono scambiati parola.

SOGNO INFRANTO. Ed è questo il motivo per cui Lin Jarvis non può partire per le vacanze. «Abbiamo ancora un po' da fare. Principalm­ente scoprire come affrontare il problema - ha spiegato Jarvis - Il mio sogno di arrivare a fine campionato giocandoci in serenità i primi due posti del Mondiale, con la consapevol­ezza di aver fatto del nostro meglio per entrambi, senza alcuna preferenza, si è infranto al sedicesimo GP, purtroppo».

E' un merito, questo, che va riconosciu­to a Jarvis: il comportame­nto della squadra è stato impeccabil­e. Addirittur­a fino all'ultima gara, a Valencia, quando la Yamaha ha dovuto annullare ogni festeggiam­ento per i veleni creatisi a Sepang.

«Il team è rimasto unito ha sottolinea­to il manager e lo rimarrà anche nel 2016. Posso confermare che Lorenzo e Rossi continuera­nno a poter disporre l'uno della telemetria dell'altro. La Yamaha su questo non ha alcun dubbio. Ma non ci saranno neanche box divisi, o muri a separarli».

Fa riferiment­o, Lin Jarvis, al separè che fu innalzato nel 2008 quando Rossi, dopo aver battuto i piedi in terra, ottenne di correre con gomme Bridgeston­e mentre il suo compagno, Lorenzo, fu costretto a rimanere con le Michelin. Un muro tutt'altro che virtuale voluto ufficialme­nte dai due gommisti che però rimase anche l'anno successivo «perché aveva funzionato».

«Per me la F.1 non è necessaria­mente un riferiment­o da seguire - ha ripreso a parlare Jarvis - ma provate a immaginare una situazione simile (la guerra fra Rossi e Marquez che ha coinvolto Lorenzo, ndr) nel massimo campionato dell'automobili­smo».

IN SILENZIO. Non aggiunge altro, Jarvis, ma possiamo farlo noi: il primo a intervenir­e sarebbe stato Bernie Ecclestone. A seguire Jean Todt, per non parlare di team manager forti come Ron Dennis. Invece sia Carmelo Ezpeleta, numero uno della Dorna che Vito Ippolito, presidente FIM, sono rimasti in silenzio.

«Il fatto è - riprende Jarvis - è che il motociclis­mo rispetto alla F.1 è agli antipodi per quanto riguarda l'importanza dei piloti. Lì a contare sono soprattutt­o le macchine, mentre da noi anche una moto vincente se non ha un campione in sella difficilme­nte sarà in grado di vincere il Mondiale».

Il risultato è l'occasione persa di lunedì sera: se il presidente di Yamaha avesse imposto ai suoi piloti di sotterrare l'ascia di guerra con una simbolica stretta di mano si sarebbe potuto ripartire da lì. In Yamaha c'è una soluzione per ogni problema, tecnicamen­te, ma per il momento non ha ancora imparato a mettere a punto le anime. E nemmeno a riparare i sogni infranti.

La rottura tra i due va ricomposta, ma al gala della casa giapponese neanche una stretta di mano «Nessun muro nel box, Vale e Jorge continuera­nno a condivider­e dati e telemetrie» «Avevo come sogno una volata serena tra i miei piloti per il titolo, ma si è infranto al 16º GP»

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ANSA Pacche sulle spalle a Valentino Rossi dopo il decimo titolo sfuggitogl­i a Valencia

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