Corriere dello Sport Stadio (Bologna)
VECINO L’uomo che conta di più nella Viola
E’ al centro del mercato: lo vogliono il Napoli, gli inglesi e l’Atletico Madrid. Ma per Sousa è indispensabile
C’è un giocatore che tutti i giorni è sul mercato ma che in realtà sul mercato non c’è mai stato e, se dipendesse solo dalla Fiorentina, non ci andrebbe per almeno due o tre anni. Quel giocatore è Matias Vecino, 24 anni, uruguayano, centrocampista centrale della squadra di Paulo Sousa. Lo vuole il Napoli, o meglio, lo vuole Sarri che a Empoli l’ha fatto diventare giocatore nel vero senso della parola. Lo vuole l’Atletico Madrid perché il suo tipo di calcio si addice al pensiero di Simeone. Lo vogliono in Inghilterra per una ragione simile: unisce qualità e forza atletica nella misura adatta alla Premier. La sua stagione, per chi lo ha visto nell’Empoli, non è sorprendente. Che fosse un centrocampista completo si vedeva bene nella squadra di Sarri. Semmai hanno sorpreso la capacità e la rapidità con cui Vecino ha cambiato gioco. L’Empoli si muoveva col rombo, con Valdifiori regista arretrato, con Vecino e Croce interni sempre pronti a spingersi almeno fino al limite dell’area avversaria, e con Saponara trequartista. L’uruguayano giocava in verticale ed erano così perfetti i meccanismi di quella squadra che sapevi sempre dove si sarebbe messo. La Fiorentina gioca in modo diverso, e soprattutto è Vecino a giocare in una posizione e con compiti diversi. Ora va in orizzontale, difende, copre e rilancia, mentre prima era lui il... lanciato da Valdifiori. IL RIFERIMENTO. E’ un cambiamento sostanziale a cui l’ex empolese si è adeguato senza perdere tempo. Sousa ha impiegato un paio di partite prima di affidargli il centrocampo insieme a Badelj. Vecino è rimasto in panchina alla prima contro il Milan e alla seconda a Torino contro il Toro, alla terza contro il Genoa era in campo dall’inizio, ancora fuori a Carpi e poi, tranne una panchina contro il Frosinone, è sempre stato impiegato e una sola volta entrando dalla panchina. Intorno alla coppia Vecino-Badelj è stato costruito il nuovo impianto di gioco. Sono i protettori, gli equilibratori, i pensatori e i creatori del gioco viola. Due centrocampisti centrali, poi due esterni di difesa e di attacco e altri due (Borja Valero e Ilicic) più avanzati quando devono andare alla ricerca del primo gol, più allineati al resto del centrocampo quando serve il possesso palla per gestire il vantaggio. Con questa formula, un centrocampo a 6, Sousa ha messo in difficoltà tutti i suoi avversari. I DATI. Anche sul piano statistico, la stagione di Vecino è eccellente. Lo dimostrano alcuni dati interessanti, per esempio quello dei palloni recuperati: la sua media a partita è di due punti superiore alla media del ruolo. Perde pochi palloni, ne intercetta molti e questo indica un marcato senso della posizione, ce l’aveva a Empoli, ce l’ha oggi a Firenze. Ma la “voce” più interessante è quella dei passaggi positivi: la sua media è di 67,08 a partita, mentre la media del ruolo è di 28,38. Il vantaggio, in questo caso, è la posizione arretrata: Vecino scambia spesso la palla con Badelj che gli sta a fianco e con i due trequartisti, sono passaggi corti. Sta di fatto però che la precisione è una delle sue qualità più spiccate. E poi le verticalizzazioni, per Kalinic o per i due esterni quando sono lanciati in attacco, sono più di 18 a partita, mentre la media del ruolo è inferiore a 11. Un anno fa, nell’Empoli, ha segnato 2 gol (ma poteva farne di più), quest’anno il compito si fa più complicato visto che in avanti si affaccia poco. E’ ancora a 0 ed è un dato che non lo soddisfa.