Corriere dello Sport Stadio (Emilia)

«La Juve rischia di lottare per l’Europa League»

Mondonico e una sfida speciale: anche il suo Torino, nel ‘92-93, arrivò al derby con più punti dei bianconeri

- di Francesco Guerrieri ©RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Cuore Toro Emiliano Mondonico. Andata e ritorno in granata: prima dal 1990 al 1994, poi dal 1998 al 2000. Due periodi diversi e con obiettivi decisament­e opposti. Nella stagione 19981999 la scalata in B e la festa promozione: gioia durante solo una stagione prima di riscendere nuovamente in Serie B l’anno successivo. Indimentic­abile il primo periodo: «Avevamo un progetto per vincere lo scudetto in quegli anni», spiega l’ex al- lenatore. E poi i derby con la Juve, l’ultimo allenatore capace di giocare contro i bianconeri (stagione 1992-1993) guardandol­i dall’alto al basso in classifica. Non una cosa da tutti. La storia si ripeterà domenica, con il Torino di Giampiero Ventura che arriverà allo Juventus Stadium avendo 12 punti in più della squadra di Allegri. Che atmosfera si respirava prima di quel derby? « Era come una sfida tra indiani e cow boy, nella quale i granata sono i primi, e la Juventus più attrezzata, come i cow boy; non può essere considerat­a una sfida alla pari. Ricordo che quando i bianconeri vinsero il primo derby (la Juve ha vinto sia all’andata che al ritorno), era come se avessero conquistat­o lo scudetto, per loro era la vittoria dell’anno: aveva- no vinto partendo da sfavoriti. Per una volta si erano invertiti i ruoli. Gli dissi a Trapattoni: “Sembrate il Torino”. Lui la prese come un compliment­o». Quali sono i punti in comune e le differenze tra questo e il suo Torino? «Questa squadra ha ritrovato l’entusiasmo che avevamo noi. Ai tempi avevamo creato un progetto per vincere, il Torino di questi anni è una bella realtà del nostro campionato, ma per puntare a qualcosa credo sia ancora presto. Sicurament­e per raggiunger­e un obiettivo bisogna lavorare sul settore giovanile, parte tutto da lì; e poi, secondo me, sarà determinan­te il momento in cui il Toro tornerà ad allenarsi al Filadelfia. Mi ricordo quando ci andavo io, l’ambiente ci dava una carica pazzesca». Che vuol dire affrontare la Juventus avendo più punti di loro? « Non bisogna guardare la classifica, il derby è una partita a parte e va vissuto come tale. Non serve caricarsi in qualche modo, la carica la dà l’atmosfera che si respira durante la settimana». Però ora sono 3 i punti di differenza. « Il Torino non deve pensare alla distanza con la Juve, ma alle squadre che ha davanti in classifica. La società ha detto che punta all’Europa League, ma con la crisi dei bianconeri può esserci una pretendent­e in più». E secondo lei dove può arrivare la squadra di Ventura? « Forse erano più attrezzati l’anno scorso per salire in Europa, quest’anno non credo riescano a farcela. Però è giusto che una grande squadra si ponga degli obiettivi importanti». Quant’è imp o r tante l’allenatore granata? « Importanti­ssimo, soprattutt­o per il rapporto che ha con l’ambiente. Si è inserito benissimo nel contesto». Chi può essere l’uomo derby? « Da una parte Glik e dall’altra Bonucci: due leader, due trascinato­ri che caricano la squadra. Come lo è anche Chiellini, una perdita importante per la Juventus. E poi, non ci scordiamo che possono essere anche pericolosi in zona gol».

Un pronostico?

«Pareggio. Punto sul 3-3, perché sto vedendo sempre tanti gol in Serie A».

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SESTINI Mondonico e Trapattoni nel derby ‘93, col Toro sopra la Juve

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