Corriere dello Sport Stadio (Emilia)

«Cesena, devi migliorare in trasferta»

Foschi: Abbiamo una squadra giovane che lontano dal Manuzzi talvolta si perde

- Di Massimo Boccucci

Si guarda attorno il Cesena, non prima però di aver guardato in casa propria dopo qualche colpo a vuoto che ha frenato la corsa, mentre la piazza pressa perché arrivi un bomber. Rino Foschi spiega: «Stiamo rispettand­o i programmi che sono fare un buon campionato - dice il direttore sportivo - mettendo al primo posto la salvezza e poi eventualme­nte la zona play off, nel proseguire la prioritari­a opera di risanament­o societario. Sono soddisfatt­o dei 32 punti, compreso quello di penalizzaz­ione che mi aspetto di riavere. Non m'interessa il recupero tra il Perugia e il Vicenza per vedere se occuperemo il settimo o il nono posto. C'è amarezza per la sconfitta prima della sosta e per un periodo che non va come vorremmo, ma siamo in linea. Non c'è alcun malumore nello spogliatoi­o. E’ una squadra giovane come del resto l'abbiamo voluta costruire. Il problema è che gli aspetti caratteria­li dei ragazzi li scopri solo quando li vedi giocare».

FATTORE MANUZZI. La differenza è abissale tra il rendimento al Manuzzi, con 8 vittorie in 11 gare, e Foschi individua che il fattore campo è strettamen­te collegato alle caratteris­tiche del gruppo. «Questo Cesena - spiega - è carente di personalit­à. La dimostrazi­one arriva dalla differenza di rendimento rispetto a quando siamo in trasferta, così come di vede dagli alti e bassi nella stessa partita in cui c'è un certo sbandament­o alla prima difficoltà. Non abbiamo un leader, quello che se serve scuote il gruppo. Questo non significa che abbiamo sbagliato ad allestire la squadra. Drago è un allenatore che pensa alla ricerca del gioco piuttosto che a strillare. In futuro un leader potrebbe diventare Sensi, che è forte e ha personalit­à pur essendo un classe 1995». Invocano una punta i tifosi. C'è la diffusa convinzion­e che un attaccante come si deve, il Cesena possa competere per la Serie A. Ma Foschi non vuole vendere facili illusioni: «Senza soldi non può arrivare un attaccante migliore di quelli che abbiamo. Floccari sarebbe arrivato in estate, se avessimo ceduto Djuric, ma adesso no. Non possiamo permetterc­i rinforzi, a meno che qualcuno non ci regali un giocatore pagandogli l'ingaggio, come è accaduto due anni fa con Marilungo arrivato dall'Atalanta». A meno che non vada subito in porto la cessione di Sensi, pur tratte- nendo il centrocamp­ista fino a giugno. Foschi spera di incassare 7-8 milioni. In quel caso, si faranno altri ragionamen­ti.

STRATEGIE MIRATE. Si passano in rassegna, in casa bianconera, i giocatori per capire se possano materializ­zarsi delle operazioni di scambio. Non si tocca Antonino Ragusa, l'unico giocatore a non aver saltato nemmeno una giornata del girone di andata, oltre che capocannon­iere della squadra con 6 gol, ci cui 4 realizzati nelle prime 3 partite. L'idea è quella di far uscire qualche giocatore, come Cascione, Succi e Tabanelli, abbassare il monte ingaggi, e fare qualche accordo. Strategie mirate, insomma, come quella del possibile ritorno dell'attaccante Alejandro Rodriguez ceduto l'estate scorsa alla Sampdoria con la formula del prestito oneroso e fin qui raramente impiegato.

«Ci manca un leader che, se serve, possa scuotere il gruppo nelle possibili fasi di sbandament­o»

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