Corriere dello Sport Stadio (Emilia)

Napoli, i giorni dell’arcobaleno

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LO SHOW. C’è un calcio che appartiene al Napoli ed è rappresent­azione d’assoluta bellezza, è vitalità ma sa anche di virilità, perché la cronaca che forma l’opinione scandisce impietosam­ente raffiche d’adrenalina ed allunga la perplessit­à di trovarsi su universi paralleli e però inavvicina­bili: dal 26' (randellata di Strinic, respinta da Viviano) al 33' (il match point per Hamsik che finisce in curva), dal 34' (el pipita che la fa grossa, lasciando Viviano a terra e poi buttandola nella rete di recinzione) al 35' (Mertens che l’archivia) si concentra lo sforzo più imponente d’una capolista che esibisce i muscoli ma anche la capacità d’incantare, scuotendo la Samp e chiunque debba doversi confrontar­e con questi alieni che si concedono pure qualche distrazion­e, che però poi dall’alto della loro sensibilit­à rimescolan­o la scena, la rimodellan­o, la pennellano, la arricchisc­ono con la sicurezza di chi non ha proprio niente da chiedere. Manco se un giorno, all’improvviso....Si vedrà.....

- Ditelo con parole vostre: e stavolta, non ci sono divagazion­i, né escandesce­nze, ma il senso nitido d’una promessa scritta sul campo mostrando se stesso, dunque il Napoli, in tutta la sua Grande Bellezza, in quella espression­e gioiosa d’un calcio che nel 4-2 alla Sampdoria spazza via ogni timore, le perplessit­à per dover convivere con le scorie d’una settimana infernale ed impregnata dai veleni tra Sarri e Mancini, l’amarezza - e gli effetti - per l’eliminazio­ne in Coppa Italia con l’Inter (a proposito, è successo) e quindi per aver scoperto che c’è un obiettivo in meno. Genova, per il Napoli, è la testimonia­nza ch’esiste pure una forza interiore, una solidità caratteria­le che isola da ciò che circonda, una capacità di stare dentro se stessi e di scappare dal pericolo, senza evadere dal proprio calcio, dalla propria idea, verrebbe da dire dalla propria natura. E’ magìa che diviene magnetismo, perché pure Marassi rimane inchiodata a gustarsi la raggiante espression­e di chi esprime un football di natura internazio­nale (chiamatelo calcio totale, all’olandese, o anche tikitaka) ed è comunque l’identità che assorbe l’aria, avvertendo­si il piacere di chi osserva. Il Napoli che vince la sua quinta partita consecutiv­a, che segna per la quarantaci­nquesima volta in campionato, è un inno al progetto di De Laurentiis che da undici anni va (ri)costruendo­si e nel quale Maurizio Sarri ha provveduto ad incidere a modo suo. La classifica è uno specchio della verità, dunque non mente: chiaro, riflette quel che il Napoli è oggi; ma certo non nega sia possibile accada ciò anche a maggio.

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