Corriere dello Sport Stadio (Emilia)

Errani-Fognini nel misto avanti con obiettivo Rio

- Di Stefano Semeraro ©RIPRODUZIO­NE RISERVATA di Mario Viggiani ©RIPRODUZIO­NE RISERVATA

« Piantala con quelle smorzate, campione». « Mi spiace ammetterlo ma hai ragione, amico». Era uno di quei giorni lì, ieri a Melbourne, per Novak Djokovic. Uno di quelli in cui il bilancio stenta a quadrare e anche se sei il numero uno del mondo, Mister Imbattibil­e, devi fartene una ragione, tenere a bada l'orgoglio e accettare i consigli, persino quelli che ti piovono addosso da uno spettatore in tribuna.

Del resto Mats Wilander, vecchio saggio che gli Australian Open li ha vinti tre volte su due superfici diverse, lo dice da sem- pre: «A Melbourne non vinci giocando sempre bene, ma portando a casa la partita anche quando giochi male».

Ovvero quello che è riuscito a fare in ottavi il Joker dopo 4 ore e 32 minuti e cinque set (6-3 6-7 6-3 4-6 6-3) di lotta torbida e faticosa con Gilles Simon, il 31enne ex Top Ten francese (oggi è n. 15) specializz­ato nello sporcare il tennis altrui. "Gillou" ha fatto match pari nel primo set, si è preso il secondo e il quarto, nel quinto si è arreso ai suoi 31 anni farciti di infortuni e al talento di Djokovic per le evasioni.

Dopo due turni facili facili, insomma, per il numero uno è arrivata la giornatacc­ia - statistica­mente memorabile, visti i 100 dicasi 100 errori gratuiti - e non è detto che sia stato un male. Piuttosto un utile campanello d'allarme, visto che nei quarti Djokovic è atteso da un Kei Nishikori in grande forma, capace di annullare in tre set Jo-Wilfried Tsonga: il giapponese numero 7 del mondo è stato l'ultimo, due anni fa a New York, a sbarrare la strada a Djokovic in un torneo dello Slam prima della finale.

«È stata partita da dimenticar­e», ha concesso Novak. «Non mi era mai capitato di arrivare nemmeno vicino a cento errori gratuiti, e Gilles mi ha impegnato molto fisicament­e. Quando giochi contro uno come Simon vuoi accorciare gli scambi, così cerchi spesso un vincente, o una smorzata, e può capitare che ti si congeli il cervello, se posso dire così. Ed è quello che mi è capitato nel quarto set. Insomma, sono felice di avercela fatta».

Con la vittoria contro Simon, Djokovic ha raggiunto Jimmy Connors a quota 27 quarti di finale consecutiv­i nei tornei dello Slam. Resta il favorito numero 1 ma attorno a lui sente crescere il tifo contro.

«Djokovic in realtà è scarsissim­o, la verità è che per via delle scommesse siamo costretti a perdere sempre con lui», aveva scherzato Simon dopo le rivelazion­i un po' ammuffite della BBC sulle partite truccate».

Ieri ha aggiunto che «nello spogliatoi­o un sacco di gente voleva che vincessi io, perché sono tutti stanchi di farsi umiliare da Novak».

Il serbo l'ha presa con ironia (« Dipende quale spogliatoi­o intende: in quello femminile so di essere molto popolare...»), ma sa benissimo che adesso inizia il torneo vero. Con Nishikori ha passeggiat­o al Masters nello scorso novembre, imponendos­i per 6-1 6-1, ma il ricordo dello shock della semifinale degli US Open 2014 è sempre vivo. E Kei è pronto alla battaglia.

«A Londra Djokovic mi ha umiliato - dice il giapponese - ma posso giocare meglio di come ho fatto allora. Sì, sono pronto a batterlo di nuovo».

Parola di samurai. Finché c’è doppio, c’è speranza. Tutti eliminati in singolare, alcuni azzurri sono comunque approdati alla seconda settimana di Australian Open appunto con coppie variamente assortite.

Nel torneo maschile negli ottavi ce n’è una che nella notte avrà sfidato i n. 1 del tabellone Rojer-Tecau, rispettiva­mente 2 e 3 del mondo. Non si tratta però dei campioni uscenti di Melbourne, nonché finalisti del Masters 2015, Simone Bolelli e Fabio Fogni-

Uno spettatore gli urla di lasciar stare le smorzate e lui risponde: «Hai ragione, amico!»

ni, ma di Marco Cecchinato e Andreas Seppi, che in precedenza avevano fatto coppia e vinta una partita sulle quattro disputate tra Marsiglia e Internazio­nali 2014 e US Open 2015 e che fin qui agli Aus Open hanno fatto secchi specialist­i come Benneteau-Roger Vasselin, trionfator­i al Roland Garros 2014, e i due Lopez, freschi vincitori a Doha. Mai mettere limiti, nel doppio, anche se RojerTecau restano sempre RojerTecau. Dovessero prenderci gusto, il siciliano da poco Top 100 e l’altoatesin­o, infilando un’annata d’oro come Bolelli-Fognini nel 2015, magari potrebbero anche loro fare un pensierino a Rio. L’Olimpiade, ovvio, resta l’obiettivo principale dei “Chicchi”, che con l’uscita dei punti di Melbourne 2015 lunedì faranno un brutto salto indietro in classifica. Bolelli, peraltro, sta combattend­o con i problemi alla schiena e questa non è una bella notizia.

A proposito invece di Fognini, il nostro n. 1 a metà dicembre, nel riceviment­o ufficiale al Quirinale dal presidente Mattarella, aveva parla- to di puntare al doppio misto olimpico con Roberta Vinci. Forse per depistare tutti: a Melbourne ha debuttato e vinto con Sara Errani e stanotte sono attesi dagli ottavi contro Vandeweghe-Tecau.

Nel doppio femminile la Vinci è ancora in lizza con la Kuznetsova: ieri notte negli ottavi hanno sfidato le n. 1 del mondo Hingis-Mirza. La russa è sua partner in questo inizio 2016 in attesa del rientro di Karin Knapp, con cui nel 2015 ha giocato sei tornei con prospettiv­a olimpica. La Errani a Melbourne ha ricambiato partner: affiancata dalla Martinez Sanchez, sì e no tornata nel circuito dopo la maternità, sono state subito eliminate. Tutto da vedere per Rio, considerat­o che le ex “Cichi” ogni tanto a domanda rispondono di non escludere nulla, in tal senso.

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