Corriere dello Sport Stadio (Emilia)

Mancini sceglie Jovetic per la Coppa Italia

Contro la Juventus e domenica nel derby con il Milan il tecnico cerca riscatto

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Allarme Champions. Nel giro di poco più di un mese, infatti, l’Inter è passata dal sogno scudetto al timore (o terrore) di restare nuovamente fuori dall’Europa che conta. Con tutte le conseguenz­e, economiche e non, che comportere­bbe fallire il traguardo. Non a caso domenica sera l’umore era pessimo anche dalle parti di Giacarta. E pensare che prima della gara poi persa con la Lazio, i nerazzurri guardavano tutti dall’alto, con un confortant­e +4 rispetto a Napoli e Fiorentina un + 6 sulla Juventus. Ebbene, 5 partite dopo, la banda di Sarri e quella di Allegri sono riuscite a mangiare a Icardi e soci ben 10 punti, mentre la squadra viola si è fermata a 4, il Milan a 3 e pure la Roma, che nel frattempo ha pure cambiato allenatore, ne ha rosicchiat­o uno. Insomma, quella che per tante settimane sembrava un’isola felice e che accoglieva con un sorriso beffardo le critiche per i troppi 1-0, ora si è trasformat­a in un mare di spine.

CARATTERIS­TICHE PERSE. La verità è che certi difetti erano evidenti sin dall’inizio, solo, che con l’applicazio­ne, la concentraz­ione e la consapevol­ezza di dover sudare per qualsia- si centimetro, sono stati mascherati. Ma l’ultima Inter non ha più quel tipo di caratteris­tiche. Continua a segnare poco, ma la difesa non è più ermetica e commette errori che prima non commetteva. E diversi nerazzurri non hanno capito che in queste condizioni non si può prendere sotto gamba nemmeno il Carpi, come invece è avvenuto domenica. In aggiunta c’è pure un calo di condizione atletica perché sia contro l’Atalanta, ad eccezione dell’ultimo quarto d’ora, sia contro la squadra di Castori, l’Inter arrivava sempre per seconda sulla palla. E’ vero che agli oltre 2 milioni di euro assicurati dall’amichevole con il Paris Saint Germain in Qatar non si poteva rinunciare, ma resta il dubbio che le gambe ne abbiano risentito. A meno che le difficoltà di oggi non siano fisiologic­he per recuperare brillantez­za tra qualche settimana.

VISIONI DIFFERENTI. Intanto, ieri alla Pinetina non c’è stato un nuovo confronto tra Mancini e i suoi giocatori. Impegni personali, infatti, hanno tenuto lontano dal centro sportivo il tecnico nerazzurro. Le dure accuse di domenica sera, però, hanno scosso l’ambiente e pensare che non ci siano ripercussi­oni sarebbe sbagliato. In particolar­e c’è da capire come evolverà il rapporto con Icardi, che il Mancio ha affrontato negli spogliatoi dopo il fischio finale. La sensazione è che i due abbiano una visione diversa di quello che deve accadere in campo. L’argentino, che comunque ha avuto la fascia di capitano proprio dal tecnico, continua a pensare di non essere “alimentato” nel modo giusto dai compagni. Mancini, invece, ritiene che troppe volte non faccia abbastanza per assecondar­e la manovra e per mettersi nelle condizioni di essere servito.

Icardi dopo il flop contro il Carpi sembra aver perso la fiducia di Mancini Possibile difesa a tre

TOCCA A JOJO. Il campo, però, chiama subito, visto che domani ci sarà l’andata della semifinale di Coppa Italia e poi il derby con il Milan. Compromett­ere subito l’accesso alla finale e lasciare altri punti per strada in campionato potrebbe far precipitar­e forse definitiva­mente la situazione. Già, ma stavolta a chi si affiderà Mancini? Al momento, l’idea è che Icardi resti fuori, nonostante i 6 gol su 6 incroci rifilati alla Juventus. Là davanti, quindi, toccherà nuovamente a Jovetic, già “carnefice” del Napoli. Peraltro, c’è anche l’incognita del modulo, con una possibilit­à pure per la difesa a tre.

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