Corriere dello Sport Stadio (Emilia)

BUFERA LIVORNO Gol in fuorigioco Spinelli: «Basta»

La rete del Como è da annullare. Mutti alla fine trova il pareggio ma il patron conferma l’addio

- Di Francesco Gensini

Alla fine Spinelli sbotta: «Basta con questo calcio. Lascio il Livorno, non ne posso più». E la serata della possibile svolta diventa da crisi nerissima per l’ennesimo arbitraggi­o contro i toscani. Con mille problemi di formazione (fuori Emerson, Lambrughi, Ceccherini e Gonnelli, cioè la difesa titolare, più Cazzola, Pasquato, Vajushi e Fedato), con ancora più problemi di classifica (2 punti in 8 partite con Mutti in panchina e punti che diventano 3 nelle ultime 11 partite), contestato dai propri tifosi (“Questa maglia si deve amare, in campo solo per lottare”, “Spinelli vattene”, Una maglia amata esce sudata, voi non l’avete rispettata. Siete scandalosi”) che nel pre-gara hanno fermato il pullman in prossimità dello stadio per invitare la squadra ad un impegno massimo in termini comunque civili, il Livorno capisce di essere arrivato ad un punto di svolta della stagione: vincere (cosa che non succede dal 31 ottobre, 2-0 al Trapani) sarebbe un po’ rinascere, perdere contro il Como sì fanalino ma in grande rimonta (7 punti in 3 gare prima della trasfer- ta all’Ardenza) sarebbe un po’ morire. Ed è logico che la paura blocchi all’inizio cervello e gambe dei calciatori amaranto. Però i lariani non ne approfitta­no e rimangono bellini fino alla trequarti senza avere la concretezz­a necessaria per affondare il colpo. Così il sinistro di Barella (17’) esce di un niente, mentre al 31’ Pettinari contrastat­o da Regoli colpisce il palo a due metri dalla porta amaranto e la palla torna tra le mani di Pinsoglio ancora disteso a terra dopo l’uscita sbagliata. Ad un passo dal baratro, il Livorno si scuote per non precipitar­e e va vicino al gol. Intanto, il gol lo segna Comi (32’) di testa ma in fuorigioco, poi Scuffet smanaccia due volte in angolo altrettant­i colpi di testa di Vantaggiat­o (seconda parata difficile), anche se le occasioni vere arrivano in chiusura: Jelenic (44’) pareggia il conto dei pali, poi sulla ribattuta il tiro del solito Vantaggiat­o viene respinto da Fietta a Scuffet battuto. Dopo un avvio di ripresa timoroso da entrambe le parti, il conto dei pali viene aggiornato al 13’ manco a dirlo da Vantaggiat­o in questo caso più impreciso che sfortunato, poi al 17’ il Como passa: Madonna prova il tiro da fuori, Pettina- ri si inserisce sulla traiettori­a e devia alle spalle di Pinsoglio ma da posizione di netto fuorigioco. Grave l’errore di Santoro che non segnala l’irregolari­tà. Schiuma rabbia la gente, schiuma rabbia il Livorno. Mutti mette dentro Baez (debutto per l’ex viola) e Aramu passando al 4-2-4, ma il pari arriva su calcio da fermo al 29’: angolo di Moscati, l’ex Borghese (una legge non scritta del calcio) salta più alto di tutti e infila di testa la porta di Scuffet con esultanza polemica verso chi l’ha scaricato meno di una settimana fa. Il finale è tutto del Livorno: Aramu sfiora il vantaggio (che sarebbe meritato) con un diagonale che esce di centimetri, infine Scuffet alza sopra la traversa una botta dai 25 metri di Baez. E così il Livorno - complice la svista di Ros - deve ancora rimandare l’appuntamen­to con la vittoria e la panchina di Mutti continua a traballare.

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