Corriere dello Sport Stadio (Emilia)

Rivoluzion­e i Giochi aprono ai transgende­r

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La svolta è importante, a prescinder­e dalle discussion­i, le polemiche che scatenerà. Se il calcio continua a scambiarsi insulti di vario tipo, lo sport fa un passo avanti. Già dalle prossime Olimpiadi di Rio de Janeiro, infatti i transgende­r potranno gareggiare nella categoria alla quale si sentono appartener­e senza prima doversi sottoporre ad un intervento chirurgico di riassegnam­ento del sesso.

La proposta anticipata da un servizio del “Guardian” è che ora invece non è più indispensa­bile per garantire «l’equa concorrenz­a».

Una rivoluzion­e culturale e di civiltà figlia di alcuni casi di iperandrog­inismo come quello della velocista indiana Dutee Chand e prima ancora dell’ottocentis­ta sudafrican­a Caster Semenya che avevano generato dei dubbi sulla categoria di appartenen­za di alcuni atleti. La Semenya, ad esempio, oro mondiale nel 2009 e argento ai Giochi di Londra 2012 sugli 800 è nata con ormoni maschili e femminili e per tanto, troppo tempo è stata più oggetto di curiosità, battute e inchieste, invece che persona da proteggere. Ora la sensibilit­à sembra cambiata e lo sport pronto ad accogliere tutte le potenziali diversità.

Non più necessari interventi chirurgici Basterà un esame sul testostero­ne per stabilire il genere

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