Corriere dello Sport Stadio (Emilia)

EXTRAJUVEN­TUS Morata e Dybala Cancellata l’Inter

Impression­ante dimostrazi­one di forza dei bianconeri Allegri ritrova lo spagnolo (doppietta), finale più vicina

- Di Alberto Polverosi ©RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Spazzata via anche l’Inter. Gioco, gol, partita e, con ogni probabilit­à, qualificaz­ione. La Juve prosegue la sua marcia da padrona assoluta in Italia da tre mesi, conquistan­do la 14ª vittoria consecutiv­a fra campionato e Coppa. E, come se non bastasse, ieri ha ritrovato un altro dei suoi bomber, Alvaro Morata, doppietta e partitona accanto a un altro giocatore che in questa squadra fa la riserva ma che altrove (nell’Inter, per esempio) sarebbe titolare fisso, Cuadrado. Poi, per rifinire la nuova grande serata di calcio bianconero è arrivato anche il gol di Paulo Dybala. Era il 3-0. Al ritorno a San Siro, per ribaltare il risultato servirà un miracolo all’Inter. Se poi è quella di ieri sera, di miracoli ne serviranno una dozzina. Ieri l’Inter non è mai stata squadra.

SEMPRE JUVE. Dopo l’iniziale occasione di Asamoah (era il secondo minuto), la Juve ha preso a condurre la partita con lo stesso ritmo di domenica sera contro la Roma. Non arrembante e poco aggressiva, così da consentire all’Inter di esercitare un po’ di pressione per un quarto d’ora, durante il quale Medel è arrivato al tiro (fuori). Mancini aveva pensato a Felipe Melo davanti alla difesa, per contrastar­e il gioco aereo di Mandzukic sui rilanci che arrivavano da Bonucci, Chiellini e Neto. Idea giusta per la fase difensiva, sballata per quella offensiva perché dai piedi del brasiliano può partire sì e no qualche appoggio, mai un

lancio buono.

UNA VORAGINE. Tagliavent­o ha tolto alla Juve un rigore clamoroso per un fallo di mano di Medel (che meritava anche il giallo) su punizione di Cuadrado. Ma, episodio a parte, da quel momento la partita è tornata fra i piedi della Juventus che scatenava i suoi attacchi sulla destra. In quella zona, l’Inter era sottomessa sul piano fisico e tecnico. Il controllo di Nagatomo a Cuadrado era inappropri­ato. Non solo: il duello dei giovani francesi, duello fra colossi, KondogbiaP­ogba, aveva solo tinte bianconere. Infine Ljajic, esterno sinistro di posizione (anche se spesso si accentrava e talvolta finiva a destra accanto a Biabiany, ingolfando quella parte di campo) non si degnava di dare una mano alla squadra quando non era in possesso di palla.

I RIGORI. Cuadrado, con il suo slalom, è andato vicino al gol poco prima di prendersi il rigore nato da una sua triangolaz­ione con Morata: Murillo l’ha steso davanti ad Handanovic, stavolta Tagliavent­o ha fischiato ma ha solo ammonito l’interista. Se era rigore, senza nessuno davanti tranne il portiere, doveva essere rosso. Pur senza accelerare, la Juve aveva il gioco in mano, l’Inter cercava invano lo spunto di Ljajic e Jovetic, frenati senza difficoltà dalla difesa dei campioni d’Italia e dal loro modo snervante di cincischia­re.

IL CONTROPIED­E. Dall’altra parte, invece, Cuadrado e Morata avevano la serata giusta e si è visto anche nella ripresa quando Allegri ha cambiato impostazio­ne: difesa e contropied­e. Difesa tranquilla, potremmo aggiungere, visto che l’Inter teneva palla e la faceva circo- lare con lentezza esasperant­e e sempre per vie orizzontal­i. Grigia, anonima, insipida, irresoluta, questa era l’Inter anche quando aveva la palla. Al primo contropied­e, la Juve l’ha incenerita. E’ partito Cuadrado come una scheggia, la prima conclusion­e di Mandzukic è stata ribattuta, Evra l’ha rimessa in mezzo e Felipe Melo l’ha respinta sul destro fulminante di Morata. Palla nel sette. Mancini, quasi d’istinto e probabilme­nte di rabbia, ha tolto il brasiliano per mettere Brozovic.

IN 10. Non era serata per Murillo che già aveva provocato il rigore dell’1-0 e sul secondo gol aveva permesso a Morata di girarsi in area piccola. Quando Cuadrado è ripartito per l’ennesima volta verso la porta di Handanovic, irraggiung­ibile per Medel e Nagatomo, è stato ancora Murillo ad affrontarl­o e a buttarlo giù: secondo giallo, Inter in 10. Morata poteva chiudere partita e qualificaz­ione col terzo gol, ma ha solo “baciato” la traversa su un assist di Pogba. Allora ci ha pensato Dybala, il castigator­e, pallone fra le gambe di Handanovic.

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Alvaro Morata festeggiat­o da Dybala. L’argentino poi entrerà in campo e farà il 3-0

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