Corriere dello Sport Stadio (Firenze)

SUPER KALINIC E’ IL BOMBER DELLA STORIA

Apre Ilicic (rigore) poi i viola travolgono l’Inter (espulso Miranda) con 3 gol del croato e sono primi dopo 16 anni

- Di Alberto Polverosi

A disposizio­ne: Carrizo, Dimarco, Juan Jesus, Montoya, Nagatomo, Gnoukouri, Ljajic, Manaj A disposizio­ne: Sepe, Suarez, Verdù, Bernardesc­hi, Rossi, Rebic, Babacar, Lezzerini

MARCATORI: 4’ pt Ilicic (F, rig.), 18’ pt e 23’ pt Kalinic (F), 15’ st Icardi (I), 31’ st Kalinic (F) ARBITRO: Damato di Barletta 6,5. Arbitri d’area: Banti e Nasca. Guardaline­e: Di Fiore e De Pinto. Quarto uomo: Cariolato. ASSIST: Alonso (F), Ilicic (F). ESPULSO: 31’ pt Miranda (I) per aver interrotto una chiara occasione da gol. AMMONITI: 3’ pt Handanovic (I), 40’ pt Kondogbia (I), 43’ pt Guarin (I), 24’ st Kalinic (F), 36’ st Medel (I), 45’ st Vecino (F) per gioco falloso. NOTE: spettatori 42.687. Angoli: 2-2. Rec.: 1’ pt, 2’ st Diciassett­e anni fa c’era Giovanni Trapattoni sulla panchina viola. Alla 6a giornata la Fiorentina era in testa al campionato con 15 punti, come oggi, lasciando poi il primo posto solo il 21 febbraio del ‘99. Anche allora aveva una rivale al fianco, era la Juve (poi la Lazio e Milan), e anche allora in questa stessa giornata segnò 4 gol, ma alla Salernitan­a. Stavolta il colpo è stato pazzesco, quattro gol all’Inter a San Siro, con un protagonis­ta assoluto, Nikola Kalinic, croato, riserva di Mandzukic nella sua nazionale. Tripletta

con annessa espulsione di Miranda. Una notte da grande con la squadra in testa alla classifica, l’Inter sbriciolat­a, la partita stravinta, stradomina­ta, San Siro ai suoi piedi. Dicevano (dicevamo) che, al di là della loro forza, fossero due squadre bruttine. Una (l’Inter) è rimasta tale, anzi, si è riempita ancor più di rughe, l’altra è esplosa tutta insieme in una bellezza mista a forza, un fiore, come il nome che porta, che sboccia in una sola notte.

IL SALTO. Non è prendere il comando della classifica, è come lo si prende. La Fiorentina è tornata in testa alla Serie A annientand­o la capolista solitaria (fino alla vigilia) sul suo campo. In mezz’ora si è abbattuto un uragano viola a San Siro, l’uragano Kalinic. Handanovic ha cominciato ad aprirgli la porta dopo appena due minuti, con una di quelle stupidaggi­ni che quando colpiscono un portiere sono irreparabi­li. Pollo Handanovic, ma astuto e guerresco Kalinic che è andato a soffiargli la palla e a subire il fallo da rigore del portiere. Uno a zero di Ilicic al 4'. C’era una partita intera da giocare, l’Inter l’ha fatta giocare ai viola.

DOMINIO SOUSA. Per non avere l’inferiorit­à numerica in mezzo al campo, Mancini aveva disposto l’Inter con la difesa a tre e con Perisic e Talles esterni su Alonso e Blaszczyko­wski. Sousa però gli aveva bruciato l’idea mettendo Ilicic e Borja Valero poco più avanti dei 4 di centrocamp­o, ma pronti a irrobustir­e il reparto. Sei viola contro cinque nerazzurri. Anzi, sette viola perché Kalinic, un condensato di energia fisica e tecnica, andava a pressare in ogni zona d’attacco. Da solo, faceva il doppio del lavoro difensivo di Icardi e Palacio messi insieme. E questo non gli ha tolto la possibilit­à di piazzare una straordina­ria tripletta. Con questa felice disposizio­ne, la Fiorentina aveva una padronanza di palleggio esagerata, poteva contare sempre su uno o due giocatori pronti a ricevere palla e quando la palla arrivava a Ilicic o a Borja Valero era un problema serio per la difesa dell’Inter, che era sempre malmessa, sempre malprotett­a. I gol del 2-0 e del 3-0 sono stati l’esempio del perfetto equilibrio viola e del perfetto squilibrio nerazzurro. Il 2-0: Ilicic è partito palla al piede, liberandos­i di Kondogbia e senza un adeguato raddoppio ha tagliato da destra al centro, dove ha fatto schioccare il mancino, Handanovic ha respinto male e sulla palla è arrivato da solo Kalinic per spingerla in rete. Nessun centrocamp­ista ha controllat­o Ilicic, nessun difensore è corso dietro a Kalinic. Il 3-0: lancio a pelo d’erba di Borja Valero per Marcos Alonso coperto da Perisic che può fare tutto, ma non il terzino e infatti lo spagnolo l’ha saltato ed è riuscito a crossare fino al secondo palo dove Santon (spostato poco prima da destra a sinistra...) non ha chiuso sull’arrembante Kalinic.

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