Corriere dello Sport Stadio (Firenze)
Capolavoro di Sagan Buio azzurro
Lo slovacco iridato dopo un assolo da urlo I nostri svaniscono nel finale: Nizzolo è 18º
5 del mattino. Poi un controllo del sangue, per il passaporto biologico, per sette azzurri prima della partenza, esclusi soltanto Bennati e Viviani, curiosamente il primo e l'ultimo degli italiani iscritti. Strade piene di tifosi a Richmond, con il top sullo strappo in pavè sulla 23rd Street, quello che poi ha deciso la corsa all'ultimo dei 16 giri previsti. A sei giri dalla fine Daniel Oss è il primo azzurro a dover rinunciare dopo una caduta che gli ha provocato un taglio al ginocchio. Mentre Nibali si mantiene sempre nelle prime posizioni, il primo favorito che prova a tastare il terreno è il belga Sep Vanmarcke che a 67 chilometri dalla conclusione lascia il gruppo per mettersi all'inseguimento del terzetto di testa composto da Siutsou (Bielorussia), Boivin (Canada) e Phinney (Stati Uniti) ma un vip non lo si lascia andare ed è Daniele Bennati il primo a riprenderlo.
Nibali cambia due volte la bici. Si muovono le grandi squadre e l'olandese Mollema se ne va, dando il via a una fuga con il campione del mondo in carica Kwiatkowski, lo spagnolo Moreno, il britannico Stannard, il belga Boonen il costaricense Amador e anche il nostro Viviani. A 25 chilomeri dalla fine hanno 30", ma il tentativo si esaurisce un po' prima della campanella dell'ultimo giro. Dopo 5 ore 53 minuti e 31 secondi di gara i corridori sfilano uno dietro all'altro. Ci prova ancora Trentin, la speranza azzurra è viva, ma si spegne quando si accende la corsa. E l'ultima volta sul podio rimane ancora Varese 2008, oro e argento. E se ieri anche tutte le altre grandi nazioni sono rimaste a mani vuote, resta una magra consolazione.