Corriere dello Sport Stadio (Firenze)

«Per me, è qualcosa di speciale»

- A.b.

Non sembrano una squadra di basket alla quale è stata appena consegnata la Supercoppa, ma un gruppo di quindicenn­i felici per aver vinto il torneo dei giardinett­i. L’entusiasmo di questi ragazzi, così come quello dei veterani lituani, è così genuino, spontaneo, che sembra voler lanciare un messaggio al nostro basket. Perchè Reggio Emilia, una formazione senza un solo americano e fondata essenzialm­ente su giovani italiani, ora come ora gioca una pallacanes­tro bellissima, dove la circolazio­ne di palla è sbalorditi­va e la difesa riesce a contenere pesi massimi come quelli della Armani.

Si dirà: Reggio lavora sul nucleo dello scorso anno, mentre l’Armani è tutta nuova e ancora bel lontana dall’essere quello che Repesa vuole. È verissimo. Ma rimane l’impression­e che la Grissin Bon stia costruendo qualcosa di importante: Della Valle, 22 anni, ha spaccato la gara con tre azioni da veterano nel secondo quarto, giocando da leader; Stefano Gentile è stato impression­ante per freddezza in regia e nel segnare canestri pesanti nella ripresa; De Nicolao, tenuto a lungo in campo, ha sbagliato pochissimo.

E così la Grissin Bon sin dall’inizio ha tenuto

«Vincere a casa di papà, nella città che è stata di Dido Guerrieri... Mi sembra un sogno, qualcosa di speciale». Amedeo Della Valle ha lo sguardo perso nella gioia di un ragazzo di 22 anni che ha appena ricevuto il premio di MVP della finale di Supercoppa. L’abbraccio con papà Carlo, ex azzurro che gli ha trasmesso i geni del basket, è commovente. Amedeo ha giocato da leader, come un leader, spaccando in due la partita con una personalit­à impression­ante.

«Ma è tutto più facile avendo in squadra dei ragazzi fantastici. Perchè noi siamo davvero tutti amici. Ognuno di noi ha ben chiaro il suo ruolo, e questo è merito del nostro coach Menetti».

Lo avevamo lasciato a giugno, come le lacrime che gli scorrevano sul viso per la delusione di aver perso la finale scudetto con Sassari. La sera stessa gli avevamo detto che quelle lacrime amare avrebbero presto avuto un sapore più dolce...

«L’amarezza era stata tanta, è vero. Ora è arrivato qualcosa di straordina­rio: nessuno di noi ha mai parlato di vincere a Torino, però tutti ci abbiamo. Non è stato facile battere prima Sassari e poi Milano, molto più allenate di noi».

Contro Milano si è anche intravisto un nuovo Della Valle: non utilizzato solo nel ruolo di guardia, ma già pronto a portare la palla avanti. Come un play.

«È un aspetto del mio gioco del quale aavevo parlato con Menetti: una specie di evoluzione, che secondo me ci voleva proprio. Magari in molti pensano che noi giocatori in estate lavoriamo poco: io invece ogni giorno lo prendo come una sfida per migliorarm­i. L’esempio me lo dà Kaukenas, che a trentotto anni in allenament­o a volte mi fa ancora il culo!».

Gli occhi sognanti di Amedeo, lo sguardo ironico eppure felice di Menetti, il coach che ha portato questi ragazzi a giocare un basket dove gli individual­ismi scompaiono.

«È una grande soddisfazi­one, perchè noi siamo Reggio Emilia, e questo è il secondo trofeo della nostra storia. In due giorni siamo riusciti a dare il meglio che potevamo».

Alessandro Dalla Salda, amministra­tore delegato della Reggiana è rimasto in maglietta. «Un successo che va al di là della Supercoppa: vale doppio, dopo aver sfiorato lo scudetto non era facile ripartire. La dedica va a tutta la società, che ha un carattere di ghisa!»

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TEMPO REALE Serata di posticipi in Serie A, Serie B e Premier League «Vincere qui a casa di papà, nella città che è stata quella di Guerrieri... Mi sembra un sogno»

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