Corriere dello Sport Stadio (Firenze)
Sousa: Scudetto? Io non ho paura
«Sono onesto e realista. Ci sono squadre molto migliori di noi, ma possiamo competere»
Felicità è una classifica che sembra un sogno ma non lo è, anche se il sogno più bello nemmeno ha ancora forma. Felicità è Paulo Sousa che non mette limiti ai sogni con la concretezza che gli appartiene e che stride solo in apparenza con la grandezza delle visioni oniriche. Felicità è il primato in splendida solitudine che nessuno può togliere alla Fiorentina per due settimane. Almeno. «Io credo - afferma il tecnico viola che l’atmosfera che ci circonda sia elettrizzante, di sicuro non ti addormenta. Piuttosto, ti sospinge. Ed è piacevole che ci siano queste emozioni, è piacevole che questa città ci creda, perché l’ho detto fin dall’inizio: è molto importante quello che abbiamo intorno. L’energia e la forza che ci trasmettono i tifosi sono fondamentali. Sono sincero: l’entusiasmo è sempre un valore aggiunto». Ma Paulo Sousa non è uno che non si accontenta, anche se la gente di Firenze canta salutate la capolista, anche se mai la Fiorentina aveva conquistato 18 punti nelle prime 7 giornate di campionato e mai l’allenatore che la guida aveva ottenuto 6 vittorie su 7. Si parla di 89 anni di storia, non di un paio di stagioni. Eppure, proprio per quello Paulo Sousa non molla la presa: se possibile la stringe di più. «C’è tanto da lavorare sulla fase difensiva, ad esempio, anche se la transizione è fatta bene e ogni calciatore ha buone attitudini. E dobbiamo migliorare la qualità del gioco specie in base all’avversario che ci troviamo di fronte: il segreto non segreto per arrivare alla vittoria è trovare le dinamiche giusta per prevalere su ogni singolo avversario».
STIAMO CRESCENDO. Nessun dubbio che Paulo Sousa e la Fiorentina abbiano trovato le dinamiche giuste contro l’Atalanta. «Sono contento, certo. Solo chi lavora ha la possibilità di raggiungere questi risultati. E sono contento per i ragazzi che lavorano bene e ci credono. Anche contro l’Atalanta, nonostante il poco tempo a disposizione per preparare la partita contro un avversario che si è confermato difficile e ci ha creato qualche problema perfino in inferiorità numerica. Primato inatteso? Mi aspetto sempre qualcosa d’importante quando uno ci mette passione in quello che fa. Dal primo giorno i miei calciatori mi hanno subito dimostrato di rispondere alle sollecitazioni e piano piano siamo cresciuti. E stiamo crescendo ancora, perché i reparti cominciano ad integrarsi meglio tra di loro». Possesso-palla più verticalizzazione: la Fiorentina di Sousa è questa. Basic e micidiale. «Il possesso palla serve per far muovere gli altri, ma ci vuole incisività per dare un senso all’azione».
BORJA SUPER. Nell’orchestraFiorentina uno che sembra un altro è Borja Valero. Magari c’è il contributo di Paulo Sousa pure qui, ma figuriamoci se il tecnico portoghese si prende i meriti pur minimi. «Borja è uno che capisce i tempi di gioco e sta migliorando anche nella prestazione generale. Sa giocare da mediano per uscire dalla pressione dei marcatori e sa giocare anche più avanzato, posizione da cui può dare un buon numero di assist. Gli ripeto sempre che deve cercare di più la porta, perché lui è capace di garantire un buon numero di reti».
«Primato inatteso? Quando uno ci mette passione mi aspetto sempre qualcosa di importante»
PAURA DI NESSUNO. Gira e rigira si torna lì. Alla parola che fa sobbalzare. «Scudetto? Io sono chiaro e onesto con le persone, lo ritengo doveroso. E sono realista al massimo: ci sono squadre molto migliori di noi, però crediamo di poter competere con loro. Poi, ci sono tanti fattori che condizionano i risultati. Quello che facciamo è finalizzato a portare questi fattori dalla nostra parte e fino a quando continuiamo così abbiamo la possibilità di lottare con i migliori».