Corriere dello Sport Stadio (Firenze)

Il bacio di Insigne «Scudetto? Si può»

«Una doppietta qui, qualcosa di fantastico»

- Di Antonio Giordano INVIATO A MILANO

Ci sono cose che si pensano e poi, ma vada alla malora la scaramanzi­a, si dicono: perché quando è successo tutto, ma proprio tutto, quattro reti al Milan, la prima doppietta con la maglia del Napoli e in uno dei Santuari del calcio, cosa volete che sia pronunciar­la per intero....«Scudetto? Ce la giochiamo». La notte è fatta per segnare, per sognare, per tuffarsi nelle tenebre e poi uscirne baciati dalla luce di san Siro: «Due gol in questo stadio è qualcosa di fantastico». E’ stato bello, anzi bellissimo è stata l’espression­e alta d'un calcio divenuto sublime, esaltato da un 4-0 che spinge Sacchi a definirlo «il talento più geniale dell’ultima generazion­e» e che lascia ad Insigne brillare gli occhi, perché la Scala del calcio è ai suoi piedi, fatati, che disegnano assist e parabole adorabili che evocano il Fenomeno: «Però calma, lui è Dio per sempre. Nessun paragone con Maradona.Ecomunqueè­stata una prestazion­e collettiva fantastica, di squadra: sono felice per me, ma lo sono ancor di più per i tre punti».

«Per il punteggio e la dimostrazi­one di calcio abbiamo dato un segnale Ce la giochiamo...»

IL SUO CALCIO. Eccolo là, lo scugnizzo, eccolo esaltato dal tridente, da quel che sa fare dalla fanciullez­za vissuta con Zeman, ed attraversa­ta attraverso i tagli, le diagonali, l’aggression­e dello spazio e la sensibilit­à d’un piede (il destro) che quando va a chiudere diviene perfido, diabolico e comunque devastante. «Io mi trovo benissimo in questo sistema, l’ho sempre sentito nella pelle, mi diverte fare l’esterno alto di sinistra e con Zeman riuscii a segnare tanto. Però va detto che anche quando sfruttavam­o il rombo io ce l’ho messa tutta come trequartis­ta...».

IL SUO PIPITA. Insigne, Higuain: si annusano, si scrutano, si trovano, si divertono, fanno il dai e vai, si spostano, stringono, si scatenano e se finora era stato lo scugnizzo ad andare a pescare el Pipita, San Siro spinge l’argentino a ricambiare, ad offrire un pallone che sembra un gioiellone a diciotto carati e che può aiutare il “monello del gol” a tirar fuori dal personalis­simo repertorio la giocata che gli va a genio, il collo-interno che va a girare sul palo lontano. «Non importa chi segna, in questa squadra, giochiamo per vincere assieme. E Gonzalo è un grande, grandissim­o campione: ha dimostrato di essere attaccato a questa maglia, è al suo terzo anno con noi e ce lo teniamo stretto».

IL SUO SAN SIRO. Ci sono stadi che scatenano l’immaginari­o collettivo dei protagonis­ti e il Meazza rientra tra le Cattedrali in cui consacrars­i: l’Insigne che non t’aspetti non si accontenta di ciò che ha fatto in occasione della sua prima rete, vuole prendersi la gloria, la va a cogliere dal limite area (parecchio fuori), avventando­si su quel pallone che gli consegna la standing ovation: «Ringrazio tutti, tifosi del Napoli e del Milan che mi hanno applaudito. Ora è facile intuire la mia gioia, perché questa è una gara particolar­e, per l’entità del punteggio, per la dimostrazi­one di calcio che abbiamo offerto: noi crediamo in noi stessi, il campionato è appena cominciato ed è lunghissim­o, faremo il possibile per arrivare il più in alto possibile. In questo momento sto bene, avverto la fiducia che mi dà il mister. Mi tengo questa doppietta e comunque abbiamo lanciato un segnale deciso a chiunque». Si dice, stavolta si dice: «Ce la giochiamo». Sciò, sciò.....: tenerisima è la notte...

 ?? ANSA ?? L’abbraccio tra Sarri e Mihajlovic prima del match
ANSA L’abbraccio tra Sarri e Mihajlovic prima del match
 ?? ANSA ?? Il destro vincente di Allan: 1-0 per il Napoli
ANSA Il destro vincente di Allan: 1-0 per il Napoli

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