Corriere dello Sport Stadio (Firenze)

A Parisse gli applausi non bastano

«Positiva la risposta dei ragazzi ma ora non dobbiamo fermarci»

- Di Francesco Volpe INVIATO A LONDRA

Quando è uscito gli irlandesi si sono alzati in piedi. Solo applausi per Sergio Parisse, il capitano azzurro che ha gettato le stampelle e sfidato la Nazionale più forte d'Europa un mese dopo l'operazione al polpaccio. A voler essere generosi, era al 50-60%. E' entrato nell'azione della "quasi meta" di Furno con il tempismo dei campioni e il passo di chi è convalesce­nte. Brunel lo ha tolto dopo poco più di un'ora: non ne aveva più. Attorno a lui però, come d'incanto, è lievitata tutta la squadra. Merito del suo carisma, della sua leadership. E anche di una settimana di lunghi coltelli, in cui nel gruppo e con lo staff ci si è confrontat­i in modo duro, occhi negli occhi. La vittoria contro il Canada, aldilà delle dichiarazi­oni di circostanz­a, è stata vissuta come una figuraccia.

«La risposta dei ragazzi è stata positiva, ma non possiamo e non dobbiamo essere soddisfatt­i - attacca Parisse - Abbiamo giocato una partita di ottimo livello, ma resta una sconfitta. Il problema è che questo dovrebbe essere il nostro standard abituale e invece... Peccato per quella touche alla fine del primo tempo, poteva girare la partita».

LEADERSHIP. L'Italia esce acciaccata dalla battaglia dell'Olimpico. Garcia e Rizzo sono out per la Romania. Rimane un solo pilone sinistro: probabilme­nte saranno convocati Alberto De Marchi e Lovotti. Sergio invece ad Exeter potrà solo star meglio: «Quattro settimane fa ero in sala operatoria, sotto anestesia; tre settimane fa giravo per casa con le stampelle. Sono soddisfatt­o dalla risposta del polpaccio, ma il mio gioco dipende tanto dalla condizione fisica».

La sua influenza sulla squadra è impression­ante. I britannici lo definiscon­o "Italian talisman". «L'impatto che ha avuto la sua presenza è evidente - riconosce Brunel - Anche se non è al 100%». L'Italia del rugby trema all'idea che possa lasciare la Nazionale. Ci sarà tempo per parlarne, ma intanto Sergio inquadra i leader del futuro: «Favaro ha un cuore grande così, in campo trasmette energia. Certo, non è tipo da grandi discorsi (ride, ndr). E Gori sta già imponendos­i all'interno del gruppo». Se son capitani, crescerann­o. Per adesso, God save Parisse.

Irlandesi in piedi per il capitano azzurro, eroico: «Ero in anestesia 4 settimane fa...»

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