Corriere dello Sport Stadio (Firenze)

«Ma i gol non contano, basta vincere»

- PARMA a.r./ass

«A chi dedico i gol? A mia mamma, sta in Senegal ma l'ho sentita prima della partita». Baraye non ha dubbi sulla dedica, ne ha di più sulla scelta del suo gol preferito fra i tre: «Mah.. ci devo pensare. Forse però il secondo, quello da 25 metri, l'ho fatto di sinistro che non è il mio piede. I gol però non mi interessan­o, non ho un obiettivo. L'importante è che vinca la squadra». In queste prime gare di stagione il numero 10 del Parma ha fatto più reti (sei) che nelle ultime due ultime stagioni. Quando esulta si mette la mano sulla fronte a scrutare l'orizzonte: «Guardo i tifosi, la gente che ci sostiene». Il senegalese cerca di spiegare la sua inversione di tendenza in zona gol. Ed è molto sincero: «Gli anni scorsi dribblavo molto e non ero concreto davanti alla porta. Facevo dei partitoni, ma poi non segnavo e quindi non parlavano di me. Ora sono meno bello, ma gioco per la squadra e sono più killer lì davanti». Poi dà il merito della sua crescita ad Apolloni: «Mi ha aiutato a trovare la posizione giusta in campo, abbiamo parlato tanto e ho capito».

GigiApollo­nièunoabit­uatoatrova­re il pelo nell'uovo. In questo caso è quasi costretto a farlo per garantire quella continuità necessaria per vincere un girone di D. «Non mi è piaciuta la prima parte della gara, eravamo forse troppo sicuri di noi e ai ragazzi ho sempre proposto un detto di Scala: sicuri ma non presuntuos­i. Dobbiamo migliorare ad esempio nel possesso palla. Credo però che la gente si sia divertita». Il tecnico crociato conosceva bene le qualità di Baraye. Quando debuttò sulla panchina della Reggiana, l'attaccante (allora al Lumezzane) fece un gran gol. «Piantò la palla all'incrocio, me lo ricordo bene. Deve solo trovare continuità ed equilibrio perchè è un giocatore di categoria superiore». Ieri il Parma ha dato un bel messaggio alle principali avversarie, anche se il Lentigione rimane in vetta a braccetto nonostante una partita sofferta: «Capiterà anche di non stravincer­e e avere più difficoltà, dovremo migliorare. Però con la Correggese siamo stati più cinici. Il risultato corrispond­e alle occasione create». Già ieri Apolloni ha avuto problemi di abbondanza. Ha scelto Baraye e non il re di coppa Lauria e ha confermato Ricci avanzato. Nel secondo tempo ha provato il 4-4-2 al posto del consueto 4-23-1 con Longobardi e Guazzo insieme in attacco: «È una soluzione, l'ho voluta testare».

Un altro gol sotto la curva nord, quella dei tifosi di casa. Longobardi si tratta alla grande: aveva deciso la prima gara al Tardini contro il Villafranc­a, ieri ha chiuso i conti con il momentaneo 3-1 grazie anche ad una deviazione. Tutto questo nonostante un preziosiss­imo lavoro sporco: «Mi piace farlo, anche a costo di fare meno gol. Mi piace vincere, quindi ognuno deve dare il proprio contributo. La squadra? L'ho vista più matura».

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