Corriere dello Sport Stadio (Firenze)
Da Colantuono a Rossi, allenatori a orologeria
C’è anche Mandorlini in bilico. Tutti hanno incassato la fiducia (almeno per ora), ma devono svoltare presto
Tic-tac-tic-tac. C’è sempre un presidente che punta la sveglia. E c’è sempre un allenatore che nella notte fissa il display con gli occhi sbarrati. La sosta, poi, dilata l’attesa. La riempie di dubbi. E la gonfia di tensione. Ai presidenti vengono strane idee. Mi si nota di più se lo tengo o lo caccio? Delio Rossi, Andrea Mandorlini, Stefano Colantuono: per chi suona la campanella? Bologna, Verona, Udine: piazze inquiete, ambizioni sopite, allenatori sotto esame, ultime spiagge (...dipinte in cartolina/ti scrivo tu mi scrivi/poi torna tutto come prima; Renato Zero, fu una hit nell’estate del 1983). E invece tutto non torna mai come prima. Gli allenatori ad orologeria sono al loro posto (per ora), hanno ricevuto un bonus di fiducia e devono farselo bastare. Rossi nelle prime sette ne ha perse sei, la nuova proprietà canadese (Saputo) gli concede l’alibi della squadra giovane e costruita all’ultima curva di mercato. A salvare Mandorlini è stato il derby pareggiato, ma il suo Verona fin qui non ne ha ancora vinta mezza. Colantuono è quello messo meglio (7 punti come Iachini) e il suo borsino è in leggero rialzo: 4 punti nelle ultime due partite, dopo una voragine in cui le quattro sconfitte consecutive avevano rimesso in discussione tutto.
SOLO UN ESONERO. Facile poi parlare di progetti. Il progetto nel calcio è una parentesi rosa tra le parole vincere e perdere. La verità è che questi allenatori sono tappi di una bottiglia che è stata agitata per tutta l’estate: saltare è la più accreditata delle opzioni. Eppure il segnale incoraggiante di questo inizio campionato dice che finora in serie A l’abbiamo sfangata con un solo esonero; al Carpi, via Castori, Sannino sulla giostra: ordinaria amministrazione. L’anno scorso a questo punto del campionato l’unico esonero era riferibile al Chievo: cacciato Corini, al suo posto Maran. A tal proposito vale la pena annotare che il vero mangiaallenatori è il più insospettabile di tutti: è stato Campedelli a esonerare tre tecnici dopo pochi mesi negli ultimi tre anni, mica Mangiafuoco Zamparini (che anzi l’anno scorso ha chiuso la stagione con un uomo solo al comando: quel Beppe Iachini che in questi giorni ha incassato sì la fiducia, ma anche lo scappellotto di chi viene accusato di produrre il peggior gioco della serie A, tiè). E all’estero? In Premier due squadre hanno cambiato tecnico (Sunderland e Liverpool), nessun cambio nella Liga e in Ligue1, in Bundesliga invece Favre si è dimesso dalla guida del Borussia Mönchengladbach. Poca roba. Consoliamoci: se allarghiamo l’orizzonte, tra campionati minori ed Europa di periferia, salta un allenatore al giorno. Da settembre ad oggi sono già quarantacinque. L’ultimo esonero è di queste ore. Quelli del Serpentara Bellegra Olevano, club di serie D, girone H (siamo a Roma), hanno cacciato Fabio Lucidi e chiamato al suo posto Antonio Foglia Manzillo che - come sta scritto sul profilo ufficiale di Facebook - «domenica siederà sulla panchina del club nella difficile sfida di Picerno». Il problema è quello: c’è sempre una difficile sfida di Picerno nella vita di tutti noi. Tic-tac-tic-tac.