Corriere dello Sport Stadio (Firenze)
FIORENTINA VINCERE CON I GIOVANI
La squadra di Sousa è piena di ragazzi e riporta Firenze indietro nel tempo: con la linea verde, Pesaola conquistò il secondo scudetto
C'era una volta (alla fine degli Anni Sessanta) una squadra principessa. Bella, elegante, giovane al punto dall'essere chiamata «yé-yé». Che ballò per un intero campionato lasciando tutti di stucco, anche il grande Gianni Brera. Era partita facendo «tappezzeria» e poi diventò la più desiderata. Divenne incredibilmente regina. Poi, come nelle fiabe, parve addormentarsi. Oggi i fiorentini che tanto l'amarono sperano che davvero sia stata risvegliata da un bacio. Di Paulo Sousa? Al di là del gioco, fa immenso piacere sognare che la fiaba torni di attualità. Che la reginetta di quel campionato, la Fiorentina yé-yé si sia risvegliata e si sia fatta portoghese. NUOVA VIOLA YE'-YE'. In quella Fiorentina c'erano ragazzi quali Esposito, Merlo, Chiarugi, Brugnera, De Sisti e giocatori di maggior esperienza, seppur giovani. Vinse lo scudetto e divertì Firenze. Analogie con il presente? Davvero c'è una nuova principessa yé-yé? Certo Sousa, come allora Pesaola (in tutti e due i casi allenatori stranieri), può contare su una rosa complessivamente giovane. Allora era intorno ai 25 anni, adesso è poco più di 26. Ma è nella percentuale di giovanotti che le due squadre hanno punti in comune. Perché pure questa viola a ben guardare si può considerare yéyé. Giocatori di esperienza con ragazzini terribili.
SIAMO IL FUTURO. Per Rossi e Kalinic che comunque restano lontani dai trenta, per Suarez, Tomovic, Badelj e company, ecco la super nidiata di ragazzi in cerca di un grande futuro. Come Alonso, 24 anni, emerso alla distanza, ora uno dei migliori esterni del campionato, candidato niente meno che alla nazionale spagnola. Vecino, pure lui 24 anni, guardato a vista dai suoi ct e che Sarri voleva al Napoli a costo di una decina di milioni. Babacar, anni 22, inseguito in estate dall'Inter, lui nazionale senegalese. Bernardeschi, 21 anni, che qualcuno dice «gioca guardando le stelle» come il numero dieci eterno, Antognoni, che lo ha pubblicamente promosso. Gilberto, 22 anni, ancora tutto da scoprire ma sul quale i tecnici viola scommettono. Lezzerini, 22 anni, che in azzurro ha già fatto la sua comparsa (dalla Under 16 alla Under 19). Rebic, rilanciato alla grande da Sousa, 22 anni con una capacità di mettersi a disposizione addirittura sorprendente. Senza dimenticarsi di Diakhate, 16 anni, e Baez, 20, che per adesso stanno nel giro della Primavera ma che il tecnico portoghese ha voglia di lanciare prima possibile. Infine segnaliamo Bagadur, difensore di vent’anni, e il centrocampista Bakic, alle prese col recupero dall'infortunio, che, scommettiamo, presto vedremo convocati. Non solo, i dirigenti viola hanno lavorato anche mandando alcuni ragazzi reputati talentuosi a giocare altrove per farsi le ossa. Come è accaduto (con successo) anche con Vecino, Bernardeschi, Babacar, Rebic. Infatti gli stimati Capezzi e Fazzi attualmente stanno in prestito a Crotone e Entella dove stanno crescendo
a facendo ottimi progressi.
GIOVENTU' E SOGNI. E fra i giovanissimi è giusto mettere anche il tecnico, Paulo Sousa è il secondo per minore età nel campionato. E come si sa... i ragazzi stanno bene con i ragazzi. Gioventù e sogni. Firenze sa benissimo che un giorno potrebbe risvegliarsi, ma anche quelli degli Anni Sessanta mica erano sicuri che alla fine sarebbe arrivato lo scudetto. Semplicemente continuarono a sognare e a vincere. Così, divertendosi, arrivarono oltre ogni possibile previsione. E, comunque, ha ragione il ds Pradè: sognare aiuta. E Firenze quando c'è da sognare mica si è mai tirata indietro, specialmente quando lo doveva fare con una squadra yé-yé.
ORE 9
Il Fan Club Giuseppe Rossi il 20 ottobre prossimo terrà, a Firenze, una festa per celebrare l’anniversario della storica tripletta che Pepito ha realizzato alla Juventus nel 2013. L’ingresso è riservato ai soci, parte dell’incasso sarà devoluta all’Associazione Toscana Tumori di cui Rossi è testimonial.