Corriere dello Sport Stadio (Firenze)
E l’anonimo Milan Badelj divenne protagonista
Dopo una stagione con poche luci, il croato è oggi uno dei punti di riferimento del centrocampo viola
Milan Badelj si è ripreso il palcoscenico. Quasi sempre presente, 414 minuti in campionato e 120 in Europa League. Unico neo la gara col Genoa, quella del primo rosso della sua carriera, lui che mai si era visto sventolare per due volte il giallo sotto al naso nella stessa gara. La scorsa stagione, complice anche l'arrivo a mercato praticamente chiuso, aveva faticato ad imporsi nel gioco di Montella. Un girone, quello di andata, quasi tutto da spettatore, poi la crescita, lenta, in un reparto che aveva con sé ancora l'esperienza di Pizarro. Con Paulo Sousa, e la rivoluzione nel mezzo che si è venuta creando, il croato ha rovesciato la prospettiva. E pure la considerazione che Firenze si era fatta di lui.
SLIDING DOORS. Puntuale in fase di costruzione col Milan, ma troppo nervoso col Genoa. Lo stop imposto dal giudice sportivo nella sfida col Carpi è come se lo avesse scosso. Sliding doors, perché come la vita, spesso, cambia tutto d'un tratto, così il picco verso l'alto delle sue prestazioni è iniziato all'improvviso, dalla gara col Bologna. Contro i rossoblù ha impostato l'azione, dettato i tempi trasformandosi, di fatto, nel metronomo della squadra: bussola sempre ben orientata e lucidità assoluta in ogni passaggio costruito. Esattamente come accaduto a San Siro. Qui, l'unica pecca - per quanto ampiamente compensata dalla prestazione della squadra - è stato il gol messo a segno da Icardi, perché l'argentino, in marcatura, era proprio il suo uomo. Adesso il croato silenzioso, quello che, un po' come Kalinic, non cattura l'attenzione per la sua vita fuori dal campo, è diventato uno degli indispensabili. E' l'ottavo giocatore per minuti giocati, tra campionato e coppa, dietro agli stakanovisti del campo Alonso e Borja Valero, ma soprattutto è l'assist-man che ha lanciato a rete Giuseppe Rossi nella notte portoghese del suo ritorno al gol, un anno e mezzo dopo l'ultima volta. Aveva provato anche con Blaszczykowski, ma a regalargli la gioia più grande è stato proprio l'attaccante italo-americano.
Nella classifica dei viola con più minuti è all’ottavo posto: 414’ in A, 120’ in Europa League
QUESTIONE DI CERVELLO. Lo ha detto anche al termine dell'ultima gara giocata, quella del primato in solitaria in classifica: «Giochiamo con più cervello e, soprattutto, con i piedi per terra: è questa la mentalità che ci ha trasmesso l'allenatore e non si sgarra». Tatticamente ordinato, fin qui si è distinto per la capacità di compiere sempre la scelta giusta: magari senza i colpi del maestro, ma la precisione nei passaggi è stata per certi versi diabolica. Basta prendere l'ultima gara: 112 i palloni giocati, oltre il 60% di duelli vinti, cinque occasioni create e anche una conclusione in porta, respinta da Sportiello. Con l'Inter ha spezzato le intenzioni dei nerazzurri per tre volte, recuperando il pallone in almeno 10 occasioni e superando, con i suoi lanci, la metà campo avversaria quasi sempre. Questo, però, deve essere solo l'inizio. Badelj, campione di Croazia per 4 volte con la Dinamo Zagabria (con cui ha vinto 3 Coppe nazionali e una Supercoppa), ora, vuole fare la storia in Italia. Con la Fiorentina. E possibilmente anche alla svelta.
ORE 18.40
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