Corriere dello Sport Stadio (Firenze)
Rossi riparte: tutte le mosse
Dal gioco di squadra all’autostima dei singoli, ecco su cosa lavorerà durante la sosta
Delio Rossi sa di aver avuto un bonus. E se lo vuole giocare. Seguendo i propri convincimenti. E quindi la propria idea di calcio. Quindi non rinnegherà nulla di quello che ha fatto finora. Non avrebbe senso. Significherebbe rimettere tutto in discussione. Non c’è il tempo per farlo. Correggerà, sistemerà, migliorerà. Ma puntando sempre sul gioco. (Quello che non si è ancora visto con continuità).
IL GIOCO. Rossi è convinto che prima o poi questa squadra si sbloccherà. Deve farlo «prima», perché «poi» sarà troppo tardi. Lavorerà sulle teste. E sulla condizione fisica. Sugli equilibri di squadra. E sull’autostima generale. Lavorerà sui giovani, proverà a dare loro quello spessore che va a cozzare con l’età che si portano addosso. Di suo, il tecnico, ci aggiungerà il lavoro quotidiano. Non può fare altro. Anche lui non può più permettersi passi falsi. Le ultime due esperienze in serie A si sono chiuse con in malo modo. Con un esonero, alla Sampdoria, dopo 12 giornate, due anni fa. E con il pasticciaccio brutto della lite con Ljajic ai tempi di Firenze, episodio che l’ha segnato profondamente e che gli è costato una squalifica. Non riuscire a vedere concretizzato il suo progetto anche a Bologna, sarebbe un inciampo non da poco nel percorso professionale di questo allenatore che, a cinquantacinque anni, ha molto seminato (dalla Lecce alla Lazio le cose migliori), ma poco ha raccolto nelle ultime tormentate stagioni. Rossi stesso non può non immaginare quanto sia importante riuscire a dare un senso a questa stagione.
E dopo gli inciampi professionali di Firenze e Genova pure Delio non può più sbagliare
TUTTO IN UN MESE. Paradossalmente l’impresa più complicata, Delio Rossi, l’ha già centrata l’anno scorso, quando in un mese - dal 9 maggio giorno del debutto in panchina nella sfida del Dall’Ara contro l’Avellino al 9 giugno serata della festa promozione - riuscì ad arpionare pur fra tante sofferenze la promozione in serie A. Quello è stato il mese in cui Rossi si giocava - come egli stesso ha ammesso più volte - davvero tutto. Ce l’ha fatta, ha tirato un sospiro di sollievo ed è ripartito. Ma i problemi gli si sono subito presentati davanti. Probabilmente in estate pensava (sì che lo pensava) di poter cominciare la stagione con presupposti diversi (per esempio più certezze a livello di squadra). Sicuramente immaginava (sì che lo immaginava) di riuscire a plasmare la squadra in tempi più brevi. E’ andata diversamente. Dopo un mese e mezzo di campionato il Bologna è ultimo in classifica. E ora Rossi ha il compito di riannodare il filo di un Bologna che si è perso. Qualcosa rivedrà, questo è certo. C’è una difesa che ha subito 12 reti (solo in un’occasione, col Frosinone, Mirante è rimasto imbattuto), c’è un centrocampo che dopo un tempo va sempre in soffrenza (carenza di peso specifico ed esperienza), c’è un attacco che con il Frosinone - è il peggiore della serie A: solo 4 gol all’attivo. C’è un Bologna che non tira mai in porta e che nella ripresa crolla. C’è soprattutto una squadra da riprendere per mano, per condurla verso una classifica migliore di quella attuale. Delio Rossi sa che ha un solo modo per rimanere al timone: portare la barca in acque più tranquille. Solo così il Bologna sarà più sereno, solo così Rossi rinforzerà la sua posizione.