Corriere dello Sport Stadio (Firenze)
VAI, ITALIA Conte vuole tutto e subito
«Chiudiamo ora il discorso qualificazione Rinnovo? La priorità è un buon Europeo...»
piccola contrattura all’adduttore, teoricamente recuperabile per martedì, contro la Norvegia all’Olimpico. La sensazione è che il fuoriclasse azzurro, indipendentemente da questo contrattempo, sarebbe rimasto inizialmente in panchina. A Conte gli anniversari in questo momento interessano poco: il fatto che l’ex campione del mondo esordì proprio a Baku 13 anni fa poco gli produce adesso, orientato, per la bisogna, a scegliere un’Italia col 4-4-2/3, ultima formula azzurra.
MODULI E UOMINI. Da Azerbaigian a Azerbaigian, la sua Nazionale è cambiata ma non ancora in modo strutturale. A Palermo, ottobre 2014, Conte stava ancora provando a ridare autostima a una squadra tramortita dal Mondiale («Per questo il 3-5-2: avevo bisogno di dare certezze, appoggiandomi su miei ex giocatori che conoscevano già il modulo, per mettere fieno in cascina» ha spiegato ieri Conte). Da lì siamo arrivati all’Italia 2015, schierata spesso col 4-3-3, in ossequio a quello che di meglio produceva il nostro campionato. Adesso, per la prima volta sul serio (se si esclude l’amichevole contro l’Albania, passata alla storia proprio per la sfuriata contiana contro il sistema), il ct dovrebbe aggiunge al bagaglio di conoscenze dei suoi anche questo 4-4-2 trasformabile a 3, senza problemi, secondo le sue assicurazioni: «Ormai ho un gruppo di 40 giocatori con capacità tattiche importanti. Io devo solo scegliere gli interpreti specifici per un certo tipo di calcio».
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