Corriere dello Sport Stadio (Firenze)

«Era il candidato collettivo alla Fifa e noi lo avevamo indicato. A Nyon ci confronter­emo»

- INVIATO A BAKU

Si capisce al volo che resterebbe a lungo a parlare di questo progetto che “finalmente” ha visto la luce nel posto più fiammeggia­nte tra quelli a portata di Nazionale, l’Azerbaigia­n. Legare il calcio, la Nazionale in particolar­e, al made in Italy, meglio al Made in Italy on the field, per Carlo Tavecchio era da tempo la cosa più naturale che potesse esserci. E ci è arrivato. Come avvenuto a Baku, quando la Nazionale si muoverà all’estero, lo farà in compagnia di figure di eccellenza del Paese, favorendo incontri con operatori economici locali, per incrementa­re il commercio bilaterale tra Italia e paese ospitante. «Chi può permetters­i un biglietto da visita come questo?» ha spiegato il presidente,

Intanto a Baku la Figc promuove il made in Italy: in mostra le nostre 4 coppe del mondo

indicando le 4 coppe del mondo, portate al seguito, e sistemate di quinta nella sala conferenze del Four Seasons di Baku.

Ma in coda alla breve cerimonia di presentazi­one della prima tappa di questa iniziativa congiunta tra Figc, Ministero dello Sviluppo Economico (Mise), Istituto del Commercio Estero (Ice), presente l’ambasciato­re Cutillo e Perrotta come testimonia­l, il presidente Federale ha dovuto rimettersi i panni politici di primo dirigente del movimento calcistico italiano, bordeggian­do con molta circospezi­one tra due argomenti piuttosto

Partiamo dal ct. Dopo aver scaldato la questione nei giorni scorsi, più per dovere che per intenzione, in questa occasione il presidente ha messo la seguente cornice: «Io credo che Conte resti. Il nostro è un rapporto fatto di stile, classe e cortesia, se vuole restare è il benvenuto; ognuno poi fa le sue scelte, il nostro è un Paese libero». Insomma un invito chiaro, senza gettare il cuore oltre l’ostacolo, però. Anche perché in via Allegri sanno benissimo quanto Conte possa far gola a molti club, e quanto lui ambisca a riprendere un certo percorso profession­ale, lontano da logiche urtanti, dato il suo carattere.

Anche lui del resto ieri è stato assai diplomatic­o: «Ringrazio il presidente e la Federazion­e per la stima: significa che apprezzano il lavoro e la passione che metto in questo compito; ci sarà il momento giusto per parlare di tutto». Momento che, secondo le priorità espresse, dovrebbe arrivare dopo l’Europeo. Primo: qualificar­ci; secondo: fare un buon torneo, ha spiegato Conte. Insomma tutti hanno deciso di giocare di sponda. In fondo abbiamo vinto un Mondiale con un ct che aveva già annunciato alla Federazion­e il suo addio, indipenden­temente dal risultato finale. Mentre ne abbiamo toppato un altro con un ct fresco di rinnovo. In caso di (probabile) addio, poi, la Federazion­e sa di avere la possibilit­à di andare a cercare sul mercato un tecnico di prima fascia, data l’intesa quadrienna­le con Puma a coprire l’investimen­to federale da 4 milioni di euro a stagione.

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