Corriere dello Sport Stadio (Firenze)

Brasile, altro flop ora Dunga rischia

La Seleçao va ko contro il Cile al debutto nelle qualificaz­ioni per il Mondiale 2018

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America il ko contro il Cile, ma secondo il ct non ci sono state differenze tra vincitori e sconfitti. «Una partita equilibrat­a - ha provato a spiegare ai suoi connaziona­li - in queste eliminator­ie saranno decisivi gli incontri casalinghi. Nel calcio adesso non ci sono grandi disparità, il gioco è fatto di dettagli, ognuno dei quali può cambiare totalmente la partita. Si vince e si perde per questi dettagli».

IL CT RISCHIA. Il Brasile intanto continua a perdere e alla CBF, la federazion­e brasiliana, stanno perdendo anche la pazienza. Rischia il cittì? È stato scelto da José Maria Marin, oggi con ben altri problemi dietro le sbarre in Svizzera, dopo consultazi­oni con un altro sospetto, Ricardo Teixeira, ex numero 1 allontanat­o dal calcio per presunta corruzione. Ma il presidente attuale, il “rubacuori” Marco Pol Del Nero, potrebbe chiedere (anche se l’ha negato) sempre per gli stessi problemi dei suoi predecesso­ri un permesso di 180 giorni ed essere sostituito al vertice da uno dei vice, Fernando Sarney il più quotato (figlio di José, ex numero 1 della CBF). E proprio dalgruppod­eiquattrov­icepreside­nti della federazion­e brasiliana, sono partite le critiche nei confonti di Dunga: in Cile si è giocato da piccola squadra, «spaventoso» è stato definito il secondo tempo, e le scelte del ct (dal deludentis­simo Oscar alla convocazio­ne di Kakà non sono piaciute. E ci si domanda se Dunga può essere l’uomo adatto per Russia 2018.

LADIFFEREN­ZA.IlCilehaba­ttuto il Brasile con merito. Organizzat­o tattica, velocità sulle fasce, pressing, un ritmo che ha fatto soffrire la Seleçao. La nazionale di Sampaoli, che in estate ha trionfato in Coppa America (primo successo nella storia del Cile), si è dimostrata superiore sotto il profilo della qualità del gioco e ha evidenziat­o equilibri che il Brasile - durante la gestione di Dunga - non ha mai trovato. La vittoria, però, è maturata intorno all’ultimo quarto d’ora: a sbloccare il risultato al 27’ del secondo tempo è stato Eduardo Vargas, ex Napoli e ora all’Hoffenheim, in Bundesliga. Il raddoppio, invece, è arrivato all’ultimo minuto grazie ad Alexis Sanchez, ex talento d’oro dell’Udinese e adesso stella dell’Arsenal, che lo ha acquistato nel 2014 dal Barcellona. Vargas e Sanchez hanno trascinato il Cile e fatto luce ancora una volta sui limiti e sui difetti di un Brasile che non riesce a ingranare: Oscar non è salito in cattedra, Così come Willian e Douglas Costa non hanno acceso la manovra. E il modulo scelto da Dunga, il 4-51, non ha valorizzat­o le qualità dei due giocatori del Chelsea (Oscar e Willian) e neppure quelle dell’esterno del Bayern Monaco (Douglas Costa). Proprio come era già emerso durante la Coppa America, quando il Brasile era stato eliminato ai calci di rigore dal Paraguay nei quarti di finale, anche nella prima gara di qualificaz­ione al Mondiale del 2018 la nazionale verdeoro non ha mai dato la sensazione di avere una precisa identità.

Un rendimento deludente che dura ormai da oltre un anno e che nell’estate del 2014 era costato il posto a Felipe Scolari. Ora sul banco degli imputati è finito Carlos Dunga. Il Brasile non ha un gioco e si affida quasi sempre agli spunti dei suoi giocatori più quotati. Ma il 4-5-1 di Dunga sta frenando anche la fantasia e adesso il dibattito è aperto. La Seleçao tornerà in campo nella notte tra martedì e mercoledì contro il Venezuela: la partita comincerà quando in Italia saranno le 3. Nella gara d’esordio il Venezuela è stato sconfitto in casa per 1-0 dal Paraguay: il gol è stato firmato da Derlis Gonzalez, che era stato una delle rivelazion­i della Coppa America e che gioca adesso nella Dinamo Kiev. Dunga si aspetta il riscatto immediato da parte del Brasile, ma a seguire con attenzione la prova della Seleçao saranno soprattutt­o i vertici della federazion­e verdeoro. Ormai i segnali sono chiari: per Dunga è vietato sbagliare. ARGENTINA(4-3-3):Romero;Roncaglia, Garay, Otamendi, Mas; Biglia, Mascherano, Pastore (24’ st Lavezzi); DiMaria,Agüero(24’ptTevez),Correa. Ct: Martino ECUADOR (4-4-2): Dominguez; Paredes, Erazo, Achilier, Ayovi; Quinonez (29’ st Castillo), Valencia, Noboa, Montero (32’ st Martinez); Bolanos, Caicedo (39’ st Mena). Ct: Quinteros. ARBITRO: Bascunan (Cile). MARCATORI: 35’ st Erazo, 36’ st Caicedo.

Se in Brasile continuano a piangere, gli eterni rivali dell’Argentina non se la passano certo bene. La Seleccion del Tata Martino, opposta all’Ecuador, ha perso infatti una partita delle qualificaz­ioni mondiali in casa dopo ventidue anni: ultimo ko interno lo storico 5-0 della Colombia nel 1993. Non è tutto: c’è preoccupaz­ione - che coinvolge ovviamente il Manchester Cirty per Aguero. L’attaccante si è infortunat­o nel corso del primo tempo e si è temuta una lesione al tendine del ginocchio che l’avrebbe costretto a stare fuori sei mesi, un tweet della Federazion­e argentina parla però di «strappo al bicipite femorale e il centravant­i, all’uscita dalla clinica di Buenos Aires, è apparso fiducioso: «Dovrei star fuori un mese».

VISITA. Martedì, per l’Argentina c’è la visita a Ramon Diaz: in dubbio il laziale Lucas Biglia,

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Eduardo Vargas festeggia il gol dell’1-0. Sullo sfondo, Arturo Vidal
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ANSA Sergio Aguero, 27 anni, lascia il campo in barella

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