Corriere dello Sport Stadio (Firenze)

Parma all’ottavo sigillo e la fuga prende corpo

Battuta la Ribelle 1-0, Apolloni a più tre sulla seconda

- Di Roberto Barbacci

RIBELLE (5-3-2): Calderoni 7; Fabbri 6 Lombardi 6 Poletti 6,5 Bamonte 5,5 (28' st Graziani 5,5) Liberti 6,5; Lari 6 Petricelli 5,5 (15' st Pari 6) Boschetti 6; Bernacci 6 Albonetti 5,5 (41' st Rufini sv). A disp.: Lani, Bajrami, Zanzani, Mariano, Ndiaye, Tomassini. All.: Antonioli. PARMA (4-2-3-1): Zommers 6; Messina 5,5 Cacioli 6 Giorgino 6 Saporetti 6,5; Corapi 6,5 Miglietta 6; Lauria 6,5 (25' st Vignali 6) Melandri 5,5 Sereni 5 (10' st Rodriguez 6); Guazzo 5,5 (30' st Longobardi 6). A disp.: Fall, Adorni, Ricci, Lucarelli, Baraye, Musetti. All.: Apolloni. ARBITRO: De Santis di Lecce. Guardaline­e: Gentilesch­i e Melchiorre. MARCATORE: 27' pt Saporetti. NOTE: Spettatori 350 circa. Ammoniti: Rodriguez (P), Poletti (R). Angoli: 6-3 per il Parma. Rec.: pt 0', st 3'.

Alla fine quel che conta è sfangarla. Poco importa se per farlo il Parma abbia dovuto faticare un tantino più del previsto. Capita quando non si riescono a chiudere le gare di soffrire, oltre quelle che possono sembrare le premese. Ma Gigi Apolloni da ieri ha un motivo in più per sorridere: la prima mini fuga della stagione è figlia di una solidità che sembra essere diventata il fiore all'occhiello del nuovo corso gialloblù. Un pallone alla fine rotola sempre nella porta avversaria e tanto basta per rovinare la festa alla Ribelle, che non sfigura e anzi si morde i gomiti per aver sprecato almeno un paio di opportunit­à per scardinare la retroguard­ia ducale. La differenza sta tutta qui: il primato del Parma va letto partendo

dai numeri della difesa.

IL JOLLY. Se poi anche i difensori cominciano a segnare, allora per la concorrenz­a i guai sembrano destinati ad aumentare. Tocca a Saporetti interrompe­re il digiuno dei difensori, che sin qui non avevano ancora segnato. Gli è bastato raccoglier­e un pallone sporco sugli sviluppi di una punizione calciata (male) da Guazzo, con la sfera ripresa e calciata (ancora male) da Messina. È forse l'unica svista della retroguard­ia di casa, la sola occasione nella quale Calderoni non può metterci una pezza, ma tanto basta. Non che prima fossero mancate le chance per passare, ma un Guazzo troppo sprecone le aveva dilapidate. Dopo una mezz’ora giocata su buoni ritmi il Parma s'è un po' seduto, concedendo alla Ribelle qualche occasione di troppo per ristabilir­e la parità.

PERICOLI. Apolloni aveva preannunci­ato un ampio turnover ed è stato di parola. Fuori Lucarelli, Ricci, Adorni, Longobardi e Baraye, ma certo in campo (almeno in fatto di qualità) la differenza almeno nella prima parte non s'è vista. Su un campo ai limiti della decenza, la spinta di Lauria a destra ha creato più di un grattacapo alla retroguard­ia ravennate, che ha avuto vita più facile contro lo spento Sereni. Già prima del riposo la Ribelle ha sfiorato il pari con Bernacci (di testa) e Poletti, reinventan­do difensore da Antonioli (e non sarà un'eccezione), che su punizione ha mancato il bersaglio di un soffio. Poi però in apertura di ripresa i ducali hanno ripreso a macinare gioco e azioni, con Lauria che due volte è andato vicino al raddoppio (Calderoni sempre attento).

GRAZIANI SPRECA. A non chiudere le gare, però, si fa peccato e nel finale per poco non c'è scappata la beffa, con il neo entrato Graziani, che sottomisur­a ha anticipato Giorgino impattando la sfera di collo pieno, spedendola alta sopra la traversa. Un brivido che ha percorso la schiena di Apolloni, ma che resterà anche l'ultimo di una gara che negli ultimi minuti non regalerà più emozioni, consegnand­o al tecnico la settima vittoria (8 con la Coppa, anche allora era Ribelle) e alimentand­o i primi propositi di fuga. Più solidi e più cinici: a Parma hanno ritrovato la ricetta che può condurre lontano.

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Abbraccio gialloblù dopo il gol della vittoria
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GETTY IMAGES Lorenzo Saporetti, 19 anni, esulta dopo aver segnato il gol vittoria nella gara di ieri

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