Corriere dello Sport Stadio (Firenze)

Pogba e Kondogbia è un derby francese

Due talenti vanno a caccia di gloria

- Di Alberto Polverosi

Quest’anno devono ancora dimostrare qualcosa. Pogba di meritare il 10, che per ora porta sulle spalle con una certa fatica; Kondogbia di meritare i 38 milioni di euro sborsati (e in parte ancora da sborsare) dall’Inter. Lo juventino rincorre Zidane (e sbaglia, perché non lo prenderà mai) e Kondogbia rincorre prima se stesso e poi... Pogba. Inter-Juve è bella anche per loro, per questo duello che appassiona i francesi (Deschamps in testa) e anche gli italiani (Mancini e Allegri in testa). Ed è pure l’occasione perché i due, nel confronto diretto, riescano finalmente ad occupare la scena da protagonis­ti.

LO JUVENTINO. Nessuno nella Juventus ha giocato quanto lui, nemmeno Buffon. Delle 10 partite ufficiali, 7 di campionato, una di Supercoppa e due di Champions League, Paul Pogba ne ha disputate 9 da titolare e in una, contro il Chievo, è entrato a inizio ripresa. Totale: 855 minuti, un tempo in più di Buffon e Bonucci. Quando lo ha schierato dall’inizio, Allegri non lo ha mai stato sostituito. Eppure in qualche occasione lo avrebbe anche meritato. Pogba non doveva giocare più nella Juventus, sembrava destinato al Real Madrid, al Manchester City, al Chelsea. Costo: 100 milioni di euro. Così sembrava e così non è stato. Perché al posto suo, d’improvviso, se n’è andato Vidal e la Juventus, per evitare eventuali mal di pancia del francese invece del maalox gli ha offerto la maglia col 10. Ed è stato un errore, perché intorno a quella maglia Pogba si è inventato un film. Non è un 10, ma un fantastico, strepitoso, indistrutt­ibile numero 8, uno di quei centrocamp­isti che in mezzo al campo sanno fare tutto, ma proprio tutto, assist e gol compresi, ma che solo con la fatica risaltano. Non è il guizzo che rende luminoso il calcio di Pogba, è il guizzo dentro un continuo sforzo fisico. Zidane era qualità per la qualità, Pogba è qualità nella quantità. Per ora di gol ne ha fatti uno solo in campionato, ma non c’è da preoccupar­si, anche l’anno scorso dopo 7 giornate era alla stessa quota, poi ha chiuso con 10 reti in 41 partite, coppe comprese. Il problema è che, come aveva detto Chiellini a inizio stagione, deve essere Paul a segnare i gol che fino alla primavera scorsa erano di Vidal. Sotto questo profilo, deve migliorare, quanto meno la mira visto che già adesso è lo juventino che tira di più (26 volte) verso e in porta, ma con un solo centro.

L’INTERISTA. Pogba ha 22 anni (compiuti il 15 marzo scorso), Geoffrey Kondogbia ha un mese esatto di più, sono tutt’e due francesi, tutt’e due dello stesso dipartimen­to, il Senna e Marna, ci sono 60 chilometri fra Lagny sur Marne dove è nato Paul e Nemours che ha dato i natali a Kondogbia. Parigi non è lontana. Hanno vinto insieme il Mondiale Under 20, mentre da avversari è saltato nella stagione scorsa il confronto in Champions: Pogba era infortunat­o nelle due gare contro il Monaco, Kondogbia fece una grande partita a Torino e un’altra un po’ meno convincent­e a Montecarlo. E forse in questa differente prestazion­e c’è tutta la caratteris­tica dell’interista: quando c’è da recuperare palla, come dice Ranieri che lo ha allenato al Monaco, è uno dei più forti in Europa (e a Torino era necessario difendersi); quando c’è da creare gioco è di un livello inferiore (e al ritorno il Monaco doveva segnare). «Pogba è come un fratello per me - ha detto Kondogbia ieri all’Expo -, ma in campo saremo nemici per 90.’ Contro la Juve vogliamo vincere per i nostri tifosi».

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Paul Pogba, 22 anni
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