Corriere dello Sport Stadio (Firenze)

«Azzurri e viola, due progetti vincenti»

De Laurentiis: «L’obiettivo dei due club è di vincere il titolo. Sarri valore aggiunto»

- Di Antonio Giordano

Il Rinascimen­to è un’era, è il «padre» di questo Modernismo italiano applicato al calcio, è un’ora e mezza (si presume e si spera) di Grande Bellezza, è un’epoca che mischia le Idee e le lascia convergere, è Napoli-Fiorentina che rapisce, è la «solenne» ribellione (tecnica) ai Poteri Forti. Il Rinascimen­to è in un Decennio - su per giù - che riscrive a modo suo, e per il momento, la Geografia del calcio, che rovista nelle gerarchie e le rivolta, che fa di Napoli-Fiorentina non una partita di calcio ma un must in cui l’etica (pure quella economica) e l’estetica si miscelano e trasforman­o le teorie del passato in reperti geologici: perché, val la pena di ricordarlo, dove adesso va in scena la sfida-madre di domenica, c’è un humus ch’è stato introdotto, importando correnti di pensiero diverse, sfuggendo alla tentazione (si direbbe alle abitudini) di sperperare e preferendo inseguire altre strategie, attraverso l’«alternativ­a» dell’investimen­to mirato e programmat­o. Il Rinascimen­to di Napoli, quello di Firenze, è nella politica così eguale e però inevitabil­mente diversa che De Laurentiis e Della Valle hanno espresso per lasciarsi le macerie dei Fallimenti (altrui) alle spalle, per ricostruir­e e lanciare un ponte verso il futuro sul quale domenica scivola il pallone: c’è un orizzonte in cui immergersi. IN CATTEDRA. L’aula universita­ria, manco a dirlo è «Azzurra» e il calcio non può restare ai margini d’un pomeriggio nel quale s’annusa già il clima d’una festa, perché in cinquantam­ila (virtualmen­te) muovono verso il San Paolo che, piegato su se stesso, sta per accogliere la folla del Grande Evento al quale Aurelio De Laurentiis s’avvicina con strategica cautela. «Sarà un bel pomeriggio, con squadre che rappresent­ano città importanti, economicam­ente e culturalme­nte. Servirà una grande prestazion­e e non credo che sia possibilil­e individuar­e ora un protagonis­ta: nel Napoli spero lo siano il gioco, la squadra e Sarri, il valore aggiunto che ho voluto ed ho difeso nell’avvio difficolto­so. Io so che i tifosi sognano lo scudetto, ma da presidente ho il dovere di vivere alla giornata».

LA FORZA DEL NAPOLI. Sarà uno show, o potrebbe esserlo, sarà una sfida allo specchio tra due universi che si somigliano nei tratti della loro evoluzione. «Io sono amico di Diego e Andrea Della Valle, abbiamo avuto modo di dialogare spesso, anche se ognuno non sa nel dettaglio quali siano i criteri di gestione delle società dell’altro. Però siamo entrambi qua e possiamo essere felici di questo momento. Noi abbiamo resistito a qualche risultato negativo che fisiologic­amente poteva essere previsto, perché abbiamo modificato sistema di gioco, pur nella continuità garantita dal nostro mercato: avrei potuto accettare 25 milioni di euro per Hamsik, prenderne 15 di qua e quattrodic­i di là e dodici per altro; fatti i conti, pur tenendo Higuain, avremmo potuto incassare 96 milioni: e poi? Nelle ultime due stagioni, la mancata qualificaz­ione in Champions ci è costata 100 milioni: ma sono stato zitto, non ho fiatato, sono ripartito e sostengo questo nuovo corso...Vedrete, anche Valdifiori sarà protagonis­ta».

«Io sono amico di Diego Dela Valle Abbiamo resistito a qualche risultato negativo e ora...»

GRAZIE CT. C’è un calcio che affascina, nella statura (tecnica) dei protagonis­ti; c’è spazio per le analisi, per i chiariment­i, per gli approfondi­menti per un macrocosmo che vibra quotidiana­mente e che intorno ad Insigne ha deambulato. «Non entro nelle polemiche, ho imparato ad ascoltare o a leggere ed a lasciar correre, ma mi sia consentito ringraziar­e il Ct della Nazionale, Antonio Conte, ed il dottore Castellacc­i. Io non ho mai parlato con loro, che autonomame­nte, com’è giusto, hanno compreso la situazione fisica di Insigne e lo hanno lasciato rientrare per svolgere il lavoro differenzi­ato del quale aveva bisogno». I SOLITI MALI. Poi c’è un pallo-

«Abbiamo accettato tutti e due di modificare il sistema di gioco nella continuità»

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MOSCA Aurelio De Laurentiis, 66 anni, presidente del Napoli

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