Corriere dello Sport Stadio (Firenze)
«La scorsa estate avrei potuto incassare 96 milioni e senza cedere Higuain»
ne che esplode, a suon di indagini, di inchieste sui diritti televisivi e dunque su Infront. «Ma io ho sempre denunciato ciò che non andava, solo che non ho trovato sostegno: vogliamo parlare di quello che sta accadendo alla Fifa e alla Uefa? C’è un calcio malato».
IL SINDACO INTERISTA. C’è una Napoli con le sue crepe e quella del San Paolo è vistosa, decennale, una ferita che non si rimargina, anzi che si dilata, e l’ira che De Laurentiis (verso il sindaco De Magistris) un po’ reprime e un po’ no pensando al Consiglio Comunale di mercoledì sera nel quale la mancanza del numero legale ha proibito di arrivare ad una convenzione-ponte per la concessione dello stadio. «Certe azioni lasciano emergere il sospetto che le Istituzioni siano contro il Napoli e allora se sei interista lo devi dire, devi avere la forza di confessarlo. Non si va in Consiglio senza avere i numeri, no. E comunque voglio vedere fino a che punto arrivano. Per ora, c’è una proroga momentanea, nell’attesa di questo accordo. Per quanto riguarda il progetto di riqualificazione, il sindaco sa che quei venti milioni di cui si è parlato rappresentano
solo l’investimento iniziale».
IL RIMPIANTO. Ma è un pomeriggio didattico e di confessioni, dinnanzi a centinaia di studenti che applaudono, inseguono un selfie o anche un sogno: «Ci arriviamo bene, ma non esaltiamoci: il calcio spinge all’euforia per un paio di vittorie ed alla depressione alla prima sconfitta. Io resto sereno, mi godo questo Napoli, questo Jorginho, che abbiamo riscattato perché ci credevamo. A me i registi, sarà perché vengo dal cinema, sono sempre piaciuti: ahò, io volevo Verratti tre anni fa, eh, e lo avevo preso». LA NUOVA STRADA. Sei anni (consecutivi) d’Europa, ad apprezzare gli stadi altrui, ad «invidiare» le leggi decise della Thatcher, la «libertà» dell’Arsenal di ricostruirsi una casa, di scoprire la lentezza del proprio Paese che va a velocità nettamente inferiore rispetto all’Universo che De Laurentiis osserva con malinconia. «Se in centro, a Londra, si investe e si costruisce l’Emirates nessuno si scandalizza; neanche Renzi ha ancora capito che i sindaci devono essere manager. Sto cercando dieci ettari di terreno per allestire un Centro sportivo per il nostro settore giovanile: mi piacerebbe poterlo fare tra Torre
«Il San Paolo? Temo che le istituzioni ci avversino. Forse tifano per l’Inter»
Annunziata, dove ci sono le mie origini, Portici ed Ercolano, che sono tesori del Sud e dell’Italia intera. Questo Napoli ora è quindicesimo nel ranking Uefa e vuole espandersi: in America il calcio femminile sta spopolando, sto pensando ad una soluzione del genere negli States. Un presidente deve avere larghe vedute e combinare i fattori della produzione calcistica con quelli lucrativi dell’azienda. Ho rispetto verso tutti i quattro milioni e mezzo di tifosi del Napoli. E vogliamo arrivare sempre più in alto».