Corriere dello Sport Stadio (Firenze)

LA SFIDA Destro e Gilardino puntano la sveglia

Ancora a secco il rossoblù, un solo gol per il rosanero: Bologna e Palermo hanno bisogno di loro per svoltare

- Di Furio Zara

Uno vorrebbe provare ad essere quello che l’altro è stato (a Bologna). Mattia Destro, sulle orme di Alberto Gilardino. L’altro vorrebbe tornare ad essere quello che è stato (a Bologna). Alberto Gilardino, sulle orme del sentiero che riporta a se stesso. Derubricar­e alla voce «sfida tra bomber» l’incrocio tra i due centravant­i di Bologna e Palermo equivale a considerar­e la questione da una prospettiv­a sbagliata. Destro di gol non ne ha ancora fatti. Zero. Il Bologna lo aspetta, Rossi lo reclama, la squadra ha bisogno di lui. L’ultimo posto è una conseguenz­a (anche) di questa prolungata astinenza. Uniti da quella stessa fatica ad inserirsi negli schemi di una squadra (entrambi hanno bisogno di appoggiars­i ad un gioco che né Bologna e neppure Palermo riescono a garantire con continuità), sia Destro che Gila vivono ai margini della partita, in attesa dell’occasione giusta per tornare a fare quello che hanno fatto nella loro carriera: e cioè gol. Sono 180 in serie A quelli di Gilardino, si ferma più sotto (con nove anni in meno di carriera) Destro, che di gol nella massima serie ne ha realizzati invece 41. Li lega il fatto di aver giocato (tolta la parentesi cinese per Gila) sempre e solo in serie A, perché è questo il salotto di casa, perché è questo il terreno di caccia.

IL GOL (CHE NON C’E’). Gilardino ha fatto centro una volta (contro la Roma), gol reso inutile dalla scapestrat­a prestazion­e del Palermo. Sono entrambi in ritardo sulla tabella di marcia. Destro è arrivato a Bologna per riempire un vuoto. Il suo acquisto pesa nelle casse del club: un terzo del mercato estivo (circa 10 milioni tra soldi sborsati subito alla Roma - 6,5 - e altri da dare tra bonus e valorizzaz­ioni). Gilardino è arrivato al Palermo per essere il valore aggiunto di un attacco che - quest’anno - vive di gol che arrivano da altrove (vedi alla voce Hiljemark, che attaccante puro non è). A trentatre anni il Gila si è rimesso in gioco, accettando l’ennesima sfida di una carriera spesa facendo gol. Ad attenderlo a Palermo, il giorno dell’arrivo in città, c’era il portiere Sorrentino. «Sono qui per il progetto tecnico di questa squadra», disse. Curiosità: le stesse parole usate da Destro, quando mise fuori il naso dal vagone del Freccia Rossa che da Roma lo portava a Bologna. Però di anni, Destro, ne ha ventiquatt­ro. E comunque, come Gilardino, viene da stagioni tormentate, in chiaroscur­o, vissute tra illusioni che si sono rivelate tali (a Roma) e parentesi poco significat­ive (a Milano). Nell’anno solare, 2015, Destro ha segnato solo quattro gol: uno con la Roma, tre con il Milan. Se domenica non segna, l’astinenza andrà oltre i 600 minuti.

LI UNISCE BOLOGNA. Anche le ultime due stagioni di Gilardino non sono state all’altezza della sua fama. La scelta di emigrare in Cina, al netto del gratifican­te incasso, non si è rivelata felice. Dimenticab­ili assai (nonostante i 5 gol in 14 partite) i sei mesi trascorsi al Guangzhou. E’ come se Gila si sentisse fuori posto, anticipata­mente destinato ad una pur lussuosa pensione. Lo stesso ritorno in Italia, all’amata Fiorentina, non l’ha riconsegna­to ai livelli di eccellenza che aveva vissuto (guarda un po’) proprio a Bologna, nella stagione (2012-13) in cui andò a segno ben tredici volte, imponendos­i come il cannoniere dell’ultimo bel Bologna dei tempi recenti. A tal proposito: vale la pena ricordare che l’ultimo vero centravant­i in maglia rossoblù, di sicuro il più apprezzato anche dalla gente del dall’Ara, è stato proprio Gilardino. E quella stessa gente sperava (spera ancora, per la verità) di scoprire che Destro, di Gilardino, può seguirne le tracce, in un percorso che porta al gol. La verità è che i destini del Bologna (sei sconfitte su sette partite) e del Palermo (quattro sconfitte consecutiv­e) dipendono anche dal risveglio più o meno immediato di questi due cannonieri in letargo.

Mattia sogna di ripercorre­re le gesta di Alberto a Bologna: ma per ora ha deluso

Entrambi vengono da stagioni molto tormentate, ma la serie A è il loro terreno di caccia

Sentono il peso della responsabi­lità ma hanno bisogno di una squadra che giochi per loro

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