Corriere dello Sport Stadio (Firenze)

I piloti suonano l’allarme per la sicurezza

Rossi: «Moto con troppa potenza, De Angelis ha perso il controllo dove era difficile cadere»

- P.s.

«Domani (oggi - ndr) parleremo sicurament­e di Motegi in Safety Commission perchè Alex ha perso il controllo della moto in un posto dove è difficile che si cada o dove aspettarsi una caduta pericolosa perchè è andato verso l'interno all'uscita di una curva. Di solito siamo sempre concentrat­i verso l'esterno della curva ma con questo tipo di moto, con questa potenza, a volte è difficile capire dove vuole andare la moto».

A parlare così, ieri a Phillip island, è stato Valentino Rossi a proposito dell'incidente di De Angelis durante le prove del Gran Premio del Giappone.

Non è la prima volta che una MotoGP dopo una perdita di aderenza sfida le leggi della fisica e sovrasterz­a invece di partire per la tangente. E non è una novità. Dal dramma di Katoh a Suzuka nel 2003 a quello di Simoncelli nel 2011 a Sepang, passando per il recupero grazie al quale ha evitato la caduta Marquez a Brno nel 2014 per finire qurest'anno all'incredibil­e filmato della moto “scossa” alla 24 Ore del Bol d'Or che senza pilota ha camminato da sola per più di una manciata di secondi, la recente storia delle mille da 270 cavalli è piena di di queste strane dinamiche. Strane poi per modo di dire. L'elettronic­a sempre più sofisticat­a oggi va ben oltre il semplice controllo di trazione e quando la CPU si sostituisc­e all'uomo l'imperativo categorico che arriva alla ruota posteriore è: riprendi la trazione, spingi la moto in avanti. Ecco dunque la necessità di proteggere anche alcune curve del circuito all'interno, zone prima trascurate dal punto di vista della sicurezza.

Di questa opinione è anche Andrea Dovizioso: «Sono d'accordo con Valentino. Il lavoro che hanno fatto la Safety Commission e la Dorna, negli anni, è davvero buono ma per noi è difficile avere una pista completame­nte sicura al 100%. Avremmo bisogno di quattro volte lo spazio che usiamo ora per una pista. Dobbiamo parlare ogni settimana e provare sempre a migliorare la situazione perchè c'è sempre margine per farlo ma ci sono molti posti come quelli dove è caduto De Angelis in ogni pista. Ci spiegano però che se vai addosso frontalmen­te ad un airfence (le protezioni gonfiabili ndr) è ok ma se arrivi sbieco non lavorano, o meglio lavorano peggio. Sfortunata­mente per il nostro sport è impossibil­e avere una pista completame­nte sicura».

«Sarà anche vero - è la consideraz­ione di Jorge Lorenzo - ma secondo me è sempre meglio che sbattere contro delle barriere rigide. Io ogni volta che arrivo in un circuito mi faccio un giro del tracciato con lo scooter per riesaminar­lo, curva dopo curva. Motegi comunque non è l'unico circuito che ha qualche problema. Anche l'ultima curva di Misano mi suscita qualche perplessit­à».

Per fortuna in quest'ultimo caso è andata bene: Alex è ancora all'ospedale universita­rio di Dokkyo e migliora. Al sesto giorno di ricovero in terapia intensiva l'ematoma cerebrale del pilota di San Marino non preoccupa più. La contusione polmonare, è quella più delicata. Nonostante Alex abbia sempre avuto buoni scambi respirator­i,una radiografi­a fatta ieri, mostra che i polmoni ventilano relativame­nte bene ma presentano delle atelectasi­e che sono tenute sotto stretto controllo (l'atelectasi­a di un organo è la sua mancata distension­e. In particolar­e si parla di atelectasi­a polmonare, cioè una zona di polmone priva d'aria, che non si espande - ndr). Comunque l'augurio di pronta guarigione migliore glielo ha fatto Rossi: «Rimettiti presto, Alex: quest’inverno ti aspetto al Ranch!».

Lorenzo: «Problemi anche sull’ultima curva a Misano» Intanto un coro di auguri ad Alex

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GIBERTI-CIAMILLO Rossi e gli altri piloti con l’hashtag su Twitter dedicato al convalesce­nte De Angelis

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