Corriere dello Sport Stadio (Firenze)

A San Siro è derby mondiale

Inter-Juve è una sfida planetaria: dall’Indonesia al Cile, ben 40 stranieri su 54 giocatori

- di Andrea Bonino Ass

Il conto alla rovescia è giunto finalmente al termine. Tra poco meno di 48 ore Inter e Juventus si affrontera­nno nel big match che concluderà l'ottava giornata di campionato. In palio ci sono punti chiave per lo scudetto. Come ai bei tempi, come non accadeva da tempo. La Juventus deve assolutame­nte vincere per non farsi staccare dai rivali che, a cinque anni dall'ultima volta, li precedono in classifica. Per i ragazzi di Massimilia­no Allegri perdere a San Siro significhe­rebbe abbandonar­e quasi del tutto le velleità scudetto vedendo volare i padroni di casa a +11, una distanza difficile da colmare nonostante sia appena iniziata la stagione. Cresce l'attesa ed i tifosi non vedono l'ora che vada in scena il 225° derby d'Italia. Ma lo si può ancora chiamare così consideran­do tutti gli stranieri presenti nelle rose? Assolutame­nte no. Semmai lo si potrebbe definire la "stracittad­ina del Mondo" o ancor meglio il "derby sudamerica­no". D'altronde domenica sera gli italiani sul rettangolo verde milanese saranno pochissimi. Poco più di un terzo delle formazioni.

GIRO DEL MONDO. Su 54 giocatori presenti nelle rose, tenendo contro dei 26 bianconeri e dei 28 nerazzurri, sono ben 40 gli stranieri. Quasi il 75%. Numeri da capogiro se non si tenesse conto dell'internazio­nalità, di nome e di fatto, del club di Mancini. La metà di questi 40, scandaglia­ndo il Paese d'origine, sono sudamerica­ni. Diciannove per la precisione: 9 brasiliani, 5 argentini, 3 colombiani, un uruguaiano ed un cileno. Ecco perché quello che andrà in scena domani sera potrebbe considerar­si un clasico sudamerica­no. Una sorta di Copa America della serie A. Un "giro del Mondo in 54 unità". Ma mentre sul campo i giocatori si daranno battaglia per conquistar­e i tre punti, a bocce ferme la sfida è già stata vinta dal club del presidente Erick Tohir senza nemmeno scendere in campo. Perché? Volendo continuare a "dare i numeri" i padroni di casa sono in vantaggio in tutte le nazionalit­à, ad eccezione di quella italiana in cui la Vecchia Signora è ampiamente davanti con un secco 9-5. D'altronde soltanto la difesa, quella formata da Buffon, Barzagli, Bonucci e Chiellini, pareggia quasi il numero dei giocatori "nostrani" presenti sotto la Madunina.

MADE IN ITALY. Per il resto l'Inter si aggiudica il "match planetario" con un secco 4-1. Un risultato che non ammette repliche tenendo conto delle diverse appartenen­ze. Il "biscione" si aggiudica di misura sia il derby brasiliano (5-4) che quello argentino (3-2), nonché quello colombiano (2-1). Il divario, invece, si fa più pesante per quanto riguarda il "resto del Mondo": 12 a 9. Finisce in parità, invece, la stracittad­ina riguardant­e il resto delle Americhe: Caceres e Medel fanno pari e patta tra Uruguay e Cile. I giocatori "nostrani" infine, quelli coltivati a pane e Italia, sono soltanto 14, la maggior parte dei quali a strisce bianconere. Solo sei di questi scenderann­o in campo domani sera. Oltre al blocco difensivo della Nazionale di Conte rispondera­nno all'appello anche Marchisio sul fronte Vecchia Signora e Santon su quello interista. Ranocchia sarà in panchina, al pari di Padoin, Sturaro, Zaza e Rugani. In tribuna D'Ambrosio, Berni e Dimarco.

Su tutti spicca la colonia sudamerica­na: diciannove calciatori. Solo sei gli italiani in campo

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