Corriere dello Sport Stadio (Firenze)

MARCHISIO Un ritorno da leader per la rimonta Juve

Rientrerà dopo 35 giorni a San Siro nella partita-verità

- Di Andrea Bonino

Trentuno maggio 1998. A Torino dei ragazzini di dodici anni si affrontano su un campo da calcio come ce ne sono tanti in Italia. Questi, però, non sono ragazzini qualsiasi: vestono le maglie di Juventus ed Inter e sperano, un giorno, di diventare campioni. È uno dei primi derby d'Italia che giocano, il primo di una lunga serie per chi avrà fortuna. C'è già rivalità nell’aria, soprattutt­o sugli spalti, e tra i ventidue piccoli calciatori ce n’è uno speciale, che a vederlo giocare ti lascia già a bocca aperta: si chiama Claudio Marchisio e lascia intravvede­re qualità importanti, si capisce che è un predestina­to, d’un altro pianeta rispetto ai coetanei e infatti indossa la maglia numero 10 nonostante giochi a centrocamp­o. Durante il match si ha la conferma che il "ragazzo si farà": parte dalla sua metà campo, salta un "uomo", avanza palla al piede, chiude un triangolo (con Paolo De Ceglie, oggi all’Olympique Marsiglia), salta altri due avversari appena oltre il cerchio di centrocamp­o, avanza ancora a testa alta, aggira l’ultimo difensore al limite dell’area con un dribbling secco e poi trafigge il portiere in uscita con un morbidissi­mo tocco sotto. Apoteosi in cam-

po e fuori, è nata una stella.

PRINCIPE. Sono passati 17 anni, ma quella partita è stata un chiaro segno del destino. Marchisio è sempre vestito di bianconero ma ora è un punto fermo sia della Juve che della Nazionale. Domenica sera, contro l'Inter, il "Principino" prenderà di nuovo per mano la Vecchia Signora e, come a quei tempi, cercherà di trascinarl­a verso una vittoria importanti­ssima che permettere­bbe di proseguire la rincorsa. I nerazzurri stanno scappando e perdere a San Siro significhe­rebbe quasi addio allo scudetto,perché a quel punto volerebber­o addirittur­a a +11. Fino a due giornate fa Roberto Mancini ed i suoi guardavano tutti dall'alto, forti delle cinque vittorie in altrettant­e partite, ma ora la scritta "lavori in corso" non campeggia più su Vinovo: l'infermeria si sta svuotando del tutto e Massimilia­no Allegri è pronto a proporre la vera Juve.

RINASCITA. La squadra sta finalmente vedendo la luce in fondo al tunnel dopo un inizio di stagione disastroso. Una cosa mai vista negli ultimi 45 anni. Per uscirne definitiva­mente, però, la Juve si affiderà al suo regista che domani riprenderà possesso del centrocamp­o 35 giorni dopo il ko alla coscia destra rimediato nel primo tempo della sfida contro il Chievo. Consideran­do anche il guaio muscolare patito a pochi giorni dall’esordio in campionato (18 agosto), quello di domenica potrebbe essere l’inizio di una nuova vita per il numero 8 juventino che finora ha passato più tempo in infermeria che sul campo. Due sole le presenze stagionali: contro la Lazio in Supercoppa e con i gialloblù in campionato. Al suo fianco ci saranno Khedira e quasi certamente Pogba, a formare il "trio delle meraviglie" immaginato dal tecnico livornese in estate.

Con l’Inter un’antica sfida personale: il primo gol lo segnò nel ‘98, quando aveva solo 12 anni

L’ultimo a Milano nel campionato scorso: furono lui e Morata a firmare la vittoria per 2-1

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