Corriere dello Sport Stadio (Firenze)
All Blacks e Irlanda, sono due quarti da incubo
Mondiali: i campioni in carica e la regina del Sei Nazioni ritrovano Francia e Argentina, loro storiche bestie nere
Quando un bambino neozelandese non vuole mangiare, la mamma gli sussurra in un orecchio: «Guarda che se fai i capricci chiamo i francesi». Il sistema è infallibile. Quelle maglie blu con il galletto sul cuore agitano da 16 anni i sonni di una nazione. Gli All Blacks hanno perso solo sei partite in otto edizioni della Coppa del Mondo e solo due contro una squadra europea. Quella squadra è la Francia. La prima volta fu a Twickenham, semifinali del 1999. Al 5’ st la pratica era chiusa: 24-10 per gli All Blacks, due mete di Jonah Lomu. Finì 43-31 per i francesi, che segnarono 33 punti (a zero...) in 27 minuti! Incredibile, impossibile, irripetibile. Infatti... Cardiff, quarti di finale dei 2007. All’intervallo la pratica era quasi chiusa: 13-0 per gli All Blacks di Richie Mc- Caw. Finì 20-18 per i francesi, grazie a una meta di Jauzion viziata da un palese passaggio in avanti di Traille a Michalak.
La Francia è l’incubo dei neozelandesi, che per batterla in finale quattro anni orsono (8-7) dovettero fare appello alla benevolenza dell’arbitro sudafricano Joubert. Oggi si ritrovano. Stessa spiaggia, stesso mare, canterebbe Mina. «Stesso stadio, stessa fase della Coppa e stesso giorno della settimana - ha ricordato Sean Fitzpatrick, mitico tallonatore degli All Blacks iridati nel 1987 e oggi opinionista del “Sunday Times” - Preoccupato? Un po’. Avrei preferito trovare l’Irlanda». Non è ciò che si pensa nello spogliatoio dei campioni del mondo. «Quel giorno ci ha segnato, è stata una grande lezione. Ma è il passato» la sintesi di McCaw. «Stiamo aspettando questa partita da tanto tempo e non vediamo l’ora di co- minciare» gli ha fatto eco Ian Foster, assistente del c.t. Steve Hansen.
TRASFORMAZIONE. I tempi sono cambiati. Soprattutto, è cambiata la Francia. Il c.t. Philippe Saint-André, una delle più belle ali che i Galli abbiano mai avuto, le ha stravolto l’anima. I tifosi non lo sopportano, sono persino circolate voci (smentite) di un ammutinamento dei giocatori e a fine Mondiale verrà sostituito da Guy Noves, il guru dei trionfi europei dello Stade Toulousain.
Il rugby champagne, il “french flair”, non abitano più qui. I francesi sono duri come il granito, guidati dal capitano Thierry Dusautoir (the Dark Destroyer: 96% di placcaggi riusciti), ma non hanno più i giocatori veloci e imprevedibili (Ntamack, Dominici, BernatSalles, Clerc, Heymans) con cui misero in croce i Blacks. Oggi vanno in campo per fare la guerra e giovedì, tra il serio e il faceto, Le Roux ha risposto così a chi gli chiedeva come si ferma McCaw: «Sfondandolo». Una barzelletta? Beh, una settimana fa il centro Dumoulin, ad analoga domanda su Sexton, aveva replicato: «Ammazzandolo». Sexton è uscito a braccia... Poi magari c’è chi fa la guerra meglio di loro (l’Irlanda) e li cancella dal campo.
Stasera i rischi per gli All Blacks arrivano in prima linea a causa dell’infortunio al pilone Woodcock, mentre le ali “alla francese” ce l’hanno solo loro: Julian Savea e Nehe Milner-Skudder, nove mete in due in questa Coppa. Ma Hansen non si fida: «La fantasia non si cancella, è sempre lì. Mi aspetto che con noi i francesi la tirino fuori di nuovo». E i bambini neozelandesi hanno già gli incubi.
PUMAS. Peraltro non è che dalle parti di Dublino si riposi sereni. L’Irlanda domani ritrova l’Argentina, che l’ha già buttata fuori da due Mondiali (2824 nei barrage 1999; 30-15 nella prima fase 2007). La Green Army è favorita ma conta le perdite: il capitano O’Connell, O’Mahony, Payne, lo squalificato O’Brien. Tanta roba, anche se in regia Sexton pare ristabilito. Il rischio di due semifinali senza europee è concreto.