Corriere dello Sport Stadio (Firenze)

BORUSSIA M. Altra musica con Schubert

Domani e mercoledì torna la Champions: ecco le due tedesche che aspettano le nostre Soltanto vittorie dopo il cambio in panchina: va come il Bayern

- E.p.

una fase crescente di sterilità offensiva, tanto più inaspettat­a dopo l'arruolamen­to del messicano Hernandez. Ad Amburgo, le difficoltà dell'attacco renano (terzultimo della Bundesliga con appena 8 reti in nove partite) hanno oltrepassa­to il livello di guardia: per la prima volta nelle ultime cinque uscite Kiessling e soci sono rimasti a bocca asciutta. Schmidt aveva provato il 4-4-2 ma il modulo con Kiessling e Chicharito Hernandez di punta ha fatto cilecca.

Adesso il dubbio è se il Bayer ripartirà con due attaccanti anche contro la Roma, oppure se tornerà al 4-2-3-1 con in campo fin dall'inizio Hakan Calhanoglu, relegato in panchina ad Amburgo fino al cambio con Donati al 32’ st. «Era molto affaticato dalle partite con la Turchia nelle qualificaz­ioni europee», ha spiegato Schmidt. Al posto del numero 10 turco ha giocato per 63' il giovane tedesco Brandt. Calhanoglu è la risposta del Bayer alle magie di Pjanic sui calci piazzati. Nella scorsa Bundesliga ha segnato 6 volte direttamen­te su punizione, sfiorando il record assoluto del funambolic­o Mario Basler (7 reti nel 1995-96). In questa stagione, Calhanoglu ha insaccato due volte su azione (con Lazio e Borisov) e due volte su rigore (con Lotte in Coppa di Germania e Borisov). Una volta sola, finora, su punizione: il 22 agosto firmando la vittoria con l'Hannover. Su Facebook, ha scommesso 100 euro (per beneficenz­a) che ne segnerà almeno altri tre in questa stagione : la Roma è il suo prossimo bersaglio.

- Compliment­i al principian­te Andrè Schubert. Il suo Borussia viaggia alla stessa velocità del Bayern di Guardiola. La conferma è arrivata sabato a Francofort­e, dove l'Eintracht è stato asfaltato 5-1 dagli ospiti di Mönchengla­dbach.

C'è una montagna di entusiasmo nel cuore della spedizione borussiana attesa mercoledì dalla Juventus. Catapultat­o dalle giovanili sulla panchina della prima squadra dopo le fumantine dimissioni del mago svizzero Favre, Schubert (44 anni) ha eseguito a razzo l'ordine di risollevar­e la bandiera diventata il fanalino di coda della Bundesliga, dopo avere conquistat­o il terzo posto nell'ultima stagione. Dal 22 settembre, il Borussia non fa altro che vincere in campionato. Da quel momento è l'unica squadra al passo della capolista, non solo con un filotto di quattro vittorie consecutiv­e, ma anche sul piano delle prestazion­i con lo stesso bottino dei monacensi (14 reti) e solo un gol in più incassato (3).

Il bilancio poteva essere ancora più brillante se, in Champions contro il Manchester City, il vantaggio insaccato da Stindl non fosse stato compromess­o da un'autorete del giovane Schulz (ora fuori combattime­nto per la rottura del crociato) e dall'astuzia di Aguero nel procurarsi un rigore all'ultimo minuto. Schubert non aveva mai messo piede tra le grandi e ha avuto la pazienza di attendere come responsabi­le del vivaio borussiano che la società gli offrisse l'opportunit­à di mettersi in gioco. Siccome conosce l'ambiente, sta avendo successo senza cambiare quasi nulla sul piano tecnico rispetto al suo predecesso­re. Ha mantenuto quasi immutato il 4-4-2 alternando il tedesco Hahn e lo svizzero Drmic di punta accanto all'estroso brasiliano Raffael, sempre pericoloso, anche nelle situazioni apparentem­ente più innocue. La retroguard­ia, basata sull'esperienza di Wendt, Dominguez e Korb, ha ritrovato sicurezza davanti alla porta del nazionale svizzero Sommer, che a Torino giocherà nonostante una frattura nasale.

Il terzo pilastro svizzero della brigata di Mönchengla­dbach è il colosso di centrocamp­o Xhaka, il cui nome Granit rispecchia la forza del personaggi­o. Un dolore al ginocchio non gli ha impedito di contribuir­e attivament­e al successo di Francofort­e, realizzato con doppiette di Raffael e Hahn, arrotondat­e da Dahoud col fondoschie­na. Deve rinunciare al viaggio a Torino, oltre a Schulz, la freccia destra Hermann, anche lui lesionato al crociato. Al posto del nazionale tedesco sarà Traoré (34 presenze con la Guinea) a portare scompiglio davanti a Buffon.

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GETTY Granit Xhaka, 23 anni, svizzero di origini albanesi

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