Corriere dello Sport Stadio (Firenze)
Firenze si mobilita Tutti con la Viola
In 40.000 per la grande sfida alla Roma
L'obiettivo è quindicimila spettatori in Coppa e quarantamila con la Roma: in tutto cinquantacinquemila cuori per la Fiorentina, più di centomila occhi. Il sogno non è stato depresso dalla sconfitta al San Paolo, anzi. I 1055 tifosi partiti al seguito della squadra (secondo record di sempre mai raggiunto in trasferta) non hanno abbassato la testa. «Non siamo un fuoco di paglia...». E' questo il grido che il Franchi si appresta a far rimbalzare fra i muri di cemento di campo di Marte.
COME I BABY. La battuta l'hanno fatta ieri mattina due monumenti del tifo viola, Rigoletto Fantappiè e Gigi Boni, eterni presidenti del Centro di Coordinamento dei viola club. «Sapete a cosa ci hanno riportato i ragazzi di Sousa nella sconfitta con il Napoli? Alla Fiorentina che fu prima di Chiappella e poi di Pesaola. Una squadra che era partita senza i favori del pronostico e che poi, strada facendo, seppe farsi grande...». La Fiorentina del secondo e, fin qui, ultimo scudetto. Nessuno dice che sarà questa la «fine» della stagione, ma c'è orgoglio nelle parole di Fantappiè e Boni: «Neppure quella Fiorentina partì giocando da... capolista. Al mercato - conferma Boni - il presidente ci disse che avrebbe dovuto rientrare economicamente, che non poteva spendere, che sarebbe nata la Fiorentina «yéyé». Solo successivamente ci regalò un colpo sorprendente, prese Giancarlo De Sisti per 220 milioni...». E iniziò il sogno. Ora tutti hanno iniziato a credere che sognare è troppo bello, vietato negarlo. Da qui la mobilitazione generale, chiesta a gran voce anche da Sousa. Perché se è vero che la Roma è abituata a giocare in uno stadio da quarantamila e più spettatori, per i viola una grande cornice può diventare il vento per tentare davvero di volare, per di più là dove in questa stagione è sempre valsa la legge dei padroni di casa. Tatarusanu, al Franchi, è imbattuto e le difficoltà per gli avversari sono sempre state tante.
TREMILA GIALLOROSSI. E che questa possa essere la settimana delle settimane si sente già nell'aria. Dalla Polonia si sa che potrebbero essere al massimo cinquecento gli ultrà al seguito per la Coppa, giovedì (ore 19), ma da Roma arriva un annuncio che pare una sfida: arriveranno tremila giallorossi. Settore ospiti sold out, massima attenzione sul fronte dell'ordine pubblico. Perché FiorentinaRoma si sta trasformando davvero nella partita più attesa. La squadra giallorossa, sabato, ha superato l'Empoli, gol e spettacolo. Ha con sè niente meno che Salah, l'oggetto della battaglia estiva, tanto veemente che per i Della Valle non è ancora finita. Si è spinta fin negli uffici Fifa: si aspetta, prima della sosta invernale l'ultimo (e unico) pronunciamento, quello che potrebbe voler dire sconfitta su tutti i fronti o anche risarcimento e stop dello scorpione egiziano. Intanto però Mohamed segna e si è impossessato della maglia giallorossa. Il suo procuratore, Raby Abbas, quello del grande diniego nonostante la super-offerta di quasi tre milioni netti a stagione fatta arrivare direttamente dai Della Valle, ha gettato benzina sul fuoco in più occasioni. Comunque da Firenze si sentono i rintocchi di tamburi di guerra: è sempre stato così, ora semmai i toni si sono accesi ulteriormente. Una partita nella partita. Non solo, il successo degli uomini di Garcia e la sconfitta di quelli di Sousa ha messo viola e giallorossi davanti a una sorta di sfida all'Ok Corral. Ancora primi i viola, la Roma a un passo: se vince scatta e supera di colpo proprio la capolista. Roba da film natalizio, un panettone avvelenato per chi perde. Un motivo in più, per Firenze, per rispondere presente e trasformare il "fortino" del Franchi in un inferno pure per i gladiatori romani.
PRIMA LA COPPA. Certo, per entrambe prima ci sono le Coppe, successi che aiuterebbero, riempiendo di benzina e entusiasmo il serbatoio in vista della sfida di domenica. Vincere in Europa anche per essere capaci di avere più chance e spinta in campionato. Per Sousa questa è la linea di principio. Credere, prima di tutto. E' proprio sul terreno psicologico che il portoghese ha lavorato di più in questi mesi. Il grande «ipnotizzatore» ha utilizzato anche il ko di Napoli per immettere fiducia nel proprio gruppo. Sconfitti sì, ma capaci di giocare comunque da grande protagonista, senza perdere mai la propria identità. Così, ha detto ai proprio giocatori, si cresce e si fanno riaccendere i riflettori fin da subito. Dunque ora la Coppa, per mettere in classifica punti importanti per conquistare quanto prima la matematica qualificazione alla fase ad eliminazione, e poi la Roma per confermare quello che dicono i tifosi: «La Fiorentina non è un fuoco di paglia».