Corriere dello Sport Stadio (Firenze)
Juve, tocca ai bomber solo 9 gol in 8 partite
I bianconeri non segnavano così poco dalla stagione 2008-09
Adesso servono i gol. La Juventus sta piano piano ritrovando sé stessa: sono tornati i grandi infortunati, la rosa a disposizione di Massimiliano Allegri è praticamente al completo, il pari di San Siro è un altro passo verso la normalità, in direzione di quelle zone alte della classifica, ancora lontane, ma che sono l'habitat naturale dei bianconeri. Per tornare definitivamente in corsa per lo scudetto, però, bisogna tornare a segnare.
Soltanto nove reti, finora, per i campioni d'Italia in 8 giornate di campionato, numeri certamente non da corsa al titolo. Non capitava dal 2008-2009 di fare peggio: in quella stagione, con Claudio Ranieri in panchina, i centri furono 7 a questo punto del torneo; la differenza è la posizione in classifica: allora i bianconeri erano terzi, ora sono quattordicesimi. Per trovare il numero 9 alla voce gol fatti in otto giornate bisogna tornare al 1994-95: c'era Marcello Lippi al timone, i punti in classifica erano 17 (ora sono 9) e alla fine la Juve arrivò a vincere il titolo. Un precedente beneaugurante, dunque, che significa che non tutto è perduto. A patto, naturalmente, di ritrovare quel fatturato offensivo che negli ultimi anni vincenti è stato una costante.
ALLARME. L'allarme è stato lanciato direttamente da Allegri dopo il pari contro l'Inter: «Dovevamo essere cattivi davanti, avessimo avuto nell'area avversaria la stessa cattiveria messa da Barzagli nel togliere quelle due palle dalla nostra area, avremmo vinto. Nove gol in otto partite non vanno bene se si vuole ambire in alto. Sotto porta ci arriviamo bene, con ottime manovre, ma manchiamo lì. E una squadra che deve vincere lo scudetto deve segnare di più».
A San Siro ci hanno provato Cuadrado, un paio di volte, Zaza, non centrando lo specchio della porta di Handanovic, e soprattutto Khedira che ha colto un incredibile palo nella ripresa da pochi passi. Dando un occhio alle statistiche, la differenza con il recente passato è netta. Dalla stagione 2007-08, i 9 gol all'attivo sono il secondo peggior bottino dopo appunto i 7 realizzati nel 2008-09. Erano stati 12 nel 2009-10 con Ferrara tecnico, 16 nel 2010/11 con Del Neri in panchina. Nel primo anno di Antonio Conte, 2011/12, in cui i bianconeri faticavano a concretizzare la grande mole di gioco prodotta ogni partita, i centro erano stati 13 in otto turni di campionato. Addirittura 19 nella stagione 2012-13 e poi 16 nell'annata 2013-14, quella chiusa con il record dei 102 punti. Sedici erano anche lo scorso anno nella prima stagione di Allegri, che ha portato poi il quarto scudetto consecutivo. Ora sono diventati poco più della metà, 9 appunto. Il capocannoniere bianconero in campionato è Paulo Dybala, a quota 3 gol; un centro a testa per Morata, Pogba, Zaza, Lemina e Khedira (il nono gol è l'autorete del portiere genoano Lamanna). Ancora a secco invece, Mandzukic che ha invece risolto la Supercoppa a Shanghai (insieme a Dybala) e ribaltato il Manchester City (in coppia con Morata). Rispetto allo scorso anno sono due in meno gli uomini andati in rete (6 rispetto a 8) ma la differenza maggiore è che non è ancora sbocciato il bomber: lo scorso anno era Tevez, già a segno 6 volte nelle prime 8 giornate. E proprio l'Apache garantiva quella rabbia, quella cattiveria sotto porta che risolveva le gare più difficili e «chiuse» con un solo guizzo. Quello che finora è mancato specie con Udinese, Chievo e Frosinone. E anche contro l'Inter, come rilevato da Allegri.
CON CHI?. Adesso bisogna aggiustare la mira e invertire la rotta. Con chi? Tevez costituiva il punto fermo di un attacco che ha previsto inizialmente Lorente e poi Morata. Ora che ha di nuovo tutti a disposizione, Allegri dovrà identificare la coppia base, anche in considerazione del nuovo modulo ibrido che oscilla tra 4-4-2 e 3-5-2 a seconda della fase di gioco. Stando alle parole del tecnico, l'impressione è che Morata possa essere il punto fisso. Ma in area qualcosa dovrà cambiare. E in fretta.
Allegri pretende più rabbia in zona offensiva. Morata è il punto fermo ma serve la svolta